Oh bene! se muorendo, l’anno vecchio
Di guerra spense la tremenda face,
Col nuovo canteremo in santa pace.
Gloria
Gloria a colui che ci fe’quasi uniti
Mutando in vino il latte della balia;
Di Broglio al Forte, al vero dell’Italia
Patri
O increduli del ben, lo confessate:
–.Non vien la sorte da virtù di squadre;
Un buon inchiostro assicurò la madre
Filio
Di tanti protettori il più convegno
Nell’anno scorso ci levò la tosse.
In quel che corre affiderem le mosse
Spiritui Sancto
Lavoriamo pel corpo e per la borsa,
O quieti e grandi non saremo mai;
La casa lasceremo in pene e in guai
Sicui erat
A che servon le accuse e i processi?
La revison de’conti? Il plebiscito
Scacciò gl’ingordi – Avremo quel ch’è ito
In principio
Se sapremo mestar, figliuoli miei –
Perfino gl’indiscreti da Custozza
Tornar contenti e con la lingua mozza. –
nunc.
Non s’arrovellan più frati né preti;
Ebbero i Re di grazia e d’elezione
Oggi il lor voto, la benedizione
et semper
Amici più che prima – il bacio andò;
Viva Vienna e Berlino! Italia stà
Una dai monti al mare, e tal sarà
in saecula
Per voler dell’urna e della Nappa,
Quando non si ridesti il vecchio sdegno
Fian d’ISTRIA, la DALMAZIA e gli altri segno
saeculorum
Ma il TURCO potria farci far faccende!
Speriam che all’ASIA pensi un poco più,
Onde anche noi si possa andare in su
amen
U. M.
(Dal Castigamatti)
FRANCESCO MASTRIANI