Agli Omnibus di Parigi.
Allorché nel novembre dell’anno 18.. ritornai da Parigi, ove mi diedi premura di osservare attentamente molte cose, ma di quelle che al mio arrivo in Napoli rimarcai, fu la notabile differenza fra gli Omnibus di Parigi ed i nostri; per cui desiderando di vedere migliorato questo ramo di servizio del pubblico, eccone la descrizione.
1.. La struttura degli Omnibus di Parigi è ben differente dai nostri, poiché i lati della cassa tra noi sorgono perpendicolarmente, mentre a Parigi sono a foggia di pancia di bastimento: ciò importa la comodità di coloro che sono seduti.
2.. Gli Omnibus di Parigi hanno 16 posti, son condotti regolarmente da due cavalli, e però è giusto considerare, che le strade di Parigi sono piane, e qui in alcuni punti montuose, e che i cavalli per gli Omnibus e per i Carri da tiro è una particolare razza di Normandia, che dà cavalli, non di fattezze, ma di struttura assai più forti dei nostri; dall’altra parte però il selciato di Parigi è inferiore al nostro: quindi avendo riguardo a queste differenze, i nostri Omnibus potrebbero avere 12 posti.
3.. La intera costruzione poi degli Omnibus di Parigi è migliore, poiché sono interamente più larghi e più alti, e quindi n’è più comodo lo entrarvi e lo uscirne, e tanto più che nel cielo vi è praticato un portico che serve a non far urtare il cappello, a quale scopo vi sono praticati due passamani di ferro, che servono a non incomodar le persone nello entrare ed uscire.
4.. I posti son divisi con bacchettine di ferro, come quelli della platea de’nostri Teatri; locchè fa evitare le piccole dispute che sogliono accadere in vetture che conducono ogni classe di gente, e toglie altresì l’abuso ai conduttori di farvi entrare a lor profitto talvolta qualcheduno dippiù del numero stabilito.
5.. Il colore della cassa degli Omnibus deve indicare la sua direzione: e questo colore dev’essere ripetuto in una incerata che fodera i cappelli de’cocchieri, e perciò in un punto più visibile, mentre lo scritto che vi è ne’nostri Omnibus non si può leggere che da vicino: così è molto utile il potere marcare il colore della cassa e della incerata del cocchiere, che si vedono da lontano: in tal modo per esempio gli Omnibus che vanno a Foria potrebbero avere la cassa bleu, quelli de’Tribunali gialla, e quelli delle strade ferrate rossa; ed in tal modo il colore della cassa e della incerata de’cocchieri indicherebbe la direzione degli Omnibus, e non potrebbero nascere degli equivoci, pur troppo frequenti e specialmente per quelli che non san leggere.
6.. A Parigi poi quando i posti negli Omnibus sono tutti presi, calcandosi dal conduttore una molla, si alza a due palmi una banderuola di latta dipinta bianca, sul cielo degli Omnibus, ove a grandi lettere si legge completo, e quest’avvertenza è molto utile, perché fa evitare le corse inutili che molti fanno, esponendosi alla pioggia o ai raggi del sole, nella speranza di trovare un posto in un Omnibus che vedono in distanza, e dopo giunti restan delusi. Perché lo trovano pieno.
7.. Quello che poi accerta a Parigi il regolare servizio degli Omnibus è il conduttore, il qual è reso in certo modo più autorevole per un uniforme, che serve in certa guisa ad imporre a certe classi di persone esigendone una conveniente condotta. Il conduttore a Parigi ha uno spencer bleu con un righetto d’argento nell’orlo, e nel collare vi è ricamato in argento un Omnibus col corrispondente numero, ed ha un bonnet bleu con visiera di pelle, con l’egual ricamo che è nel collare: così il medesimo è distinto. Ha poi nello spencer alcune tasche di pelle per riporvi la moneta di rame.
8.. La paga de’conduttori è di due franchi al giorno però il loro servizio è più prolungato di quello de’nostri, perché nell’inverno incomincia alle 8 della mattina, e termina alle 10 della sera.
9.. Tutte le volte che l’Omnibus è completo, il conduttore uncina per suo comodo una traversa di ferro all’entrata dell’Omnibus per apporgiarvisi; e quando nell’Omnibus vi è un posto vuoto può profittarne, ma deve chiedere il permesso.
Ecco le cose speciali che ho notato negli Omnibus di Parigi, e che io penso potrebbero adattarsi a noi, e che sarebbero al certo di poca spesa e di molta utilità al servizio del pubblico.
Cav. C. M.
FRANCESCO MASTRIANI
La Domenica 20 ottobre 1867