Maria Egiziaca, soprannominata Fior d’Arancio, per un fiorellino solito portare nei capelli o nel seno, e Tobia, piccolo e deforme suonatore di mandolino, sono due orfanelli che campano la vita da artisti ambulanti, lei cantando ‒ oltre ad essere una bella ragazza, è dotata anche di una sublime voce ‒ e lui accompagnandola con il mandolino. Tobia è un valente suonatore, ma anche bravo nel comporre musica.
Spesso le loro esibizioni le fanno allo Scoglio di Frisia, che è frequentato anche dalla nobiltà napoletana. E così succede che di Fior d’Arancio s’invaghiscono due giovani aristocratici che addirittura per lei si sfidano in duello. Essi sono il baroncino di Montesarpi e il conte Evaristo.
Ma della giovane cantatrice di Mergellina, è innamorato anche il deforme compagno Tobia. E quando il gobbetto palesa questo suo sentimento alla ragazza, è costretto ad abbandonare la casa ove con lei conviveva fraternamente.
Di Maria Egiziaca è invaghito, ma di amor paterno, anche il principe di San Mattia, zio del conte Evaristo. Infatti in seguito ad una straordinaria rassomiglianza della ragazza con sua figlia Cesira, deceduta a vent’anni, il principe fa delle ricerche, e scopre che Fior d’Arancio è la figlia illegittima di Cesira.
La figlia del principe si era innamorata del suo maestro di piano, giovane avvenente siciliano che gli aveva tenuto però nascosto l’esser lui ammogliato. I due erano fuggiti in Francia ove era stato celebrato il matrimonio, ovviamente fittizio. Scoperto l’intrico, Olivio venne arrestato per bigamia, mentre Cesira, dopo aver messo al mondo una bambina e fattala gettare nella Ruota dell’Annunziata, Fior d’Arancio appunto, si suicidò.
Dopo l’abbandono da parte di Tobia, Maria Egiziaca accetta l’invito del principe di san Mattia che al ospita in casa sua. In questa stessa abitazione vivono il conte Evaristo e la costui giovane moglie Vittorina. Succede in seguito, che la sposa si scopre che i due, Evaristo e Fior d’Arancio, sono amanti. Dopo la rivelazione , la cantatrice per evitare scandali, aiutata da Vittorina, e di nascosto del principe e del conte, abbandona la casa. Evaristo quando si rende conto che la moglie, saputo della sua tresca con Fior d’Arancio, ha costretto l’amante a lasciare la casa, va su tutte le furie, oltraggia la moglie ed abbandona anche lui la casa magnatizia. Il principe San Mattia, sconvolto, è costretto a palesare a Vittorina la verità sui natali della fuggitiva.
Evaristo ha raggiunto l’amante Maria Egiziaca in una locanda di Aversa dove i due cominciano a convivere, ma un amico del conte, il tenente Mareschi riesce, dopo alcuni giorni di vita in comune, a convincerlo che si sta comportando in maniera indegna di un nobile gentiluomo, e lo convince a tornare a casa. Evaristo abbandona Fior d’Arancio e torna in seno alla famiglia dove gli viene perdonata la scappatella coniugale, sia dalla moglie che dal principe, che pure a lui svela i natali della giovane la quale, non torna a Napoli ma si trasferisce a Casoria da una sua conoscente.
E Maria Egiziaca contrae una malattia: «si ammalò per una di quelle ipocondrie che nelle giovani estremamente sensibili diventano patologiche affezioni» [1]. Senz’altro anche a causa del dolore dell’abbandono del conte, le sue condizioni peggiorano. Viene assistita con abnegazione dal suo amico Tobia il gobbetto. Il principe di San Mattia riesce a scoprire dove si è rifugiata la nipote, e va a farle visita.
Il romanzo si conclude in maniera triste. Con la morte di Fior d’Arancio. Il principe di San Mattia riesce a vedere la giovane poco prima che muore e riesce a svelarle il segreto dei suoi natali: «Addio Maria Egiziaca, figlia di Cesira Tusciani, prega per lo sventurato tuo nonno, il principe di San Mattia» [2].
ROSARIO MASTRIANI
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[1] Francesco Mastriani, Fior d’Arancio. La cantatrice di Mergellina, Napoli, Guida Editori, 2022, pag. 358.
[2] Ibidem, pag. 370.