Adriano Loreti, giovane ed onesto marinaio di navigli, riesce a salvare da sicura morte la nobile Silvia Roskowo; entrambi erano a bordo della goletta Falcone, lei come passeggera e lui come pilota. La nave, che proveniva da Venezia, in seguito ad impetuosa tempesta affonda nelle acqua dell’Adriatico, trascinando nei suoi flutti ciurma e passeggeri. Adriano e Silvia sono gli unici superstiti, ma nel momento in cui il marinaio inizia la sua lotta contro i flutti insieme a Silvia, strappa la promessa alla donna che sarà sua se riescono a sopravvivere.
Di Silvia è perdutamente innamorato un losco individuo che si fa chiamare cavalier Belgrado, ma in realtà si chiama Guglielmo ed è il fratello consanguineo di Adriano. Infatti Nicola Loreti, padre di Adriano e Guglielmo, ha avuto questi due figli da due mogli differenti. I due figli non vengono trattati nello stesso modo dall’avaro padre, che trascorre gran parte della sua giornata seduto su una orrida poltrona nera.
Guglielmo, avuto da madre napolitana, bello di fattezze e brutto di indole, è il prediletto di Nicola, mentre Adriano, di madre giavese, che ha i lineamenti piuttosto atticciati, ma è di indole buona, è trattato male sia dal padre che dal fratello consanguineo.
Durante un viaggio di mare diretto verso il luogo natio della madre, Adriano riesce a ritrovare suo nonno, che gli regala una discreta somma. E nel fare ritorno a Napoli porta con lui una fanciulla giavese, sorella orfana di Grim, un suo amico marinaio che nel viaggio di andata viene giustiziato a bordo per essersi reso colpevole di un omicidio: aveva ucciso un marinaio che voleva rubare i soldi al suo amico Adriano.
La piccola giavese di nome Gisa, Adriano riesce a trovarla in un nascosto villaggio dell’isola di Giava, rinvenuto grazie alle indicazioni avute da Grim, prima che venisse giustiziato.
Adriano ritorna con la giavese nella casa del padre, ma senza essere di peso all’ avaro genitore che invece continua ad avere preferenze per Guglielmo che, lontano dalla casa paterna, conduce una vita dissoluta, che lo porta a contrarre ingenti debiti con usurai. E tra questi c’è il barone Adolph dal quale riceve una notevole somma da restituire entro un mese.
La sera prima che la cambiale scade, Guglielmo va dal padre a chiedere la cifra che gli occorre per non andare in galera. Ma trova il padre morto, e senza curarsi d’altro invola dalla camera un forziere in cui pensa ci siano tutte le ricchezze del padre, ma arrivato a casa, dopo averlo forzato per aprirlo lo trova vuota.
In seguito nella casa del defunto arrivano anche Adriano e la moretta Gisa, che in un sonno magnetico rivela dove sono nascoste le ricchezze dell’avaro Nicola Loreti: nella poltrona, la poltrona del diavolo, sulla quale il vecchio negli ultimi tempi della sua vita non l’aveva abbandonata.
Il romanzo si conclude con la morte di Guglielmo che viene ucciso dal fratello di una giovane che era stata lui sedotta.
Adriano, diventato ricco grazie al tesoro di suo padre, sposa la bellissima moretta giavese Gisa, che diventata cristiana ha assunto il nome di Marta. Adriano era riuscito ad incontrarsi con Silvia, diventata sposa di un nobile inglese. A Silvia, che ricorda il suo spergiuro, non porta rancore, ma la donna alla fine rimpiange di non esser stata la sposa del virtuoso marinaio.
ROSARIO MASTRIANI