TEATRI

    Ci vien comunicato il seguente articolo. Non assumiamo la responsabilità dei giudizii artistici in esso riportati:

TEATRO BELLINI – Il Ballo in maschera, il Trovatore e la Jone sono state le tre opere che finora si son date su questo teatro dalla nuova impresa Pusterla. Nei due primi spartiti la signora Raiva-Stella ha dimostrato essere un’artista, ma a noi pare che gridi un po’troppo. I compagni si portarono per bene.

   La Jone si presentò al pubblico sotto funestissimi auspici. Il teatro Bellini fu assordato da fischi a tutti gli esecutori. Fra questi dobbiam notare la debuttante Signora Aspasia Boldrini.

   Ed è appunto di lei che qui vogliamo per breve tempo ragionare. Nemici dell’adulazione e della rèclame, siamo non pertanto amicissimi del vero, ed è perciò che diciamo che la prima sera la Boldrini cantò se non male, al certo non bene.

   Le ragioni che produssero ciò sono facili a comprendersi, quando si pensi che era la prima volta che si presentava sulle scene, e che, non sappiamo perché, non ha mai cantato né in accademia né altrove.

   Ma se la prima sera la giovane Boldrini non meritò il compiacimento del pubblico, non così può dirsi delle sere consecutive, in cui, ricominciando ad animarsi, ha dato prova di sé; non secondo i suoi mezzi, che sono molto più estesi; ma almeno tanto quanto è bastato a far sì che quello stesso pubblico il quale avea per dinanzi fischiato, avesse applaudito.

   Essa canta bene l’aria nel quand’è più splendido, anche bene il duetto con Morghen: canta egregiamente il secondo e terzo atto; ma quello che a noi sembra detto in modo da meritare qualunque encomio, è la scena del delirio al 4° atto col duetto che segue con Morghen, e il finale con Franco

   La Boldrini ha tutti i requisiti per diventare un’artista; e noi siam di credere che ritornerà in queste contrade portando fra noi un nome famoso nell’arte. Gli applausi riscossi in queste ultime sere ne fanno ampia fede.

   Il Morghen, il Franco, il Lamonea e la Bagicalupi disimpegnano bene tutti le loro parti. Non ci dilunghiamo a parlare di loro, perché conosciuti nell’arte, e perché ci riserbiamo di farlo in qualche altra occasione.

   Raccomandiamo allo scenografo ed al vestiarista di pensare all’epoca in cui avvenne l’azione. Che diavolo! Ai tempi di Pompei edifizi con campanili di chiese cattoliche! Ciò è mostruoso!

   L’impresa ha scritturata anche la celebre Erminia Frezzolini, la quale, a quel che si dice, andrà in iscena con gli Orazi e Curazii.

                                                                     FRANCESCO MASTRIANI