RACCONTI RITROVATI

 

 

 

PREMESSA

   Lo scrittore Francesco Mastriani e l’editore Gennaro Salvati, compilarono due prefazioni, entrambe qui riportate, scritte appositamente per «Sotto altro cielo», romanzo che fu la prima ristampa di tutte le opere del narratore napoletano, realizzata dal sopraddetto editore; è probabile che questo lavoro fu divulgato, in una nuova veste editoriale, nel 1881 [1], come è pur possibile che non tutti i suoi 105 romanzi furono da Gennaro Salvati ripubblicati, forse a causa della morte dello scrittore, avvenuta nel 1891

 «ma pria una lunga malattia, e poi la morte, non gli fecero vedere il compimento dell’opera non essendosi pubblicati che pochi volumetti», scrisse il Salvati.

    Nelle due prefazioni summentovate, venne ipotizzata pure la pubblicazione d’una miscellanea letteraria, dove sarebbero stati raccolti altri lavori dello scrittore, come opere teatrali, novelle e articoli letterari, affasciati sotto l’epigrafe di «Letture accanto al fuoco».

    Di certo quel progetto non fu messo mai in cantiere.

    Con il presente mio lavoro cercherò di portare avanti quell’idea.

     In questo testo sono contenuti, per lo più, elaborati di Francesco Mastriani mai pubblicati in volumi, tante mie scritture volanti, di cui pertanto sceglierò quelle che mi sembrano più meritevoli di essere dissepolte dal cimitero in cui giacciono.

    La mia speranza è che questa raccolta possa servire a farlo conoscere ed apprezzare non solo come romanziere, ma anche come novelliere e drammaturgo.

                                                                                                       ROSARIO MASTRIANI

[1] Nella Prefazione dell’autore di «Sotto altro cielo» si legge: se avessi dovuto pronosticare della mia letteraria carriera dallo splendido e inaspettato successo da me ottenuto, trent’anni or sono con la mia «Cieca di Sorrento»; poiché questo romanzo fu pubblicato nel 1851, quel trent’anni or sono, ci induce a pensare che «Sotto altro cielo», da Salvati, fu pubblicato presumibilmente nel 1881.

 

PRAFAZIONE DI FRANCESCO D’EPISCOPO