Che cosa sono il famoso bosco di Bovino, le montagne delle Asturie, e i precipizi dello Spitzberg in paragone della strada di Toledo pei numerosi pericoli che vi s’incontrano? Meglio è cento volte arrischiarsi ad un viaggio nei cennati luoghi, anziché intraprendere una passeggiata dalle Fosse del Grano all’HOTEL DE ROME, imperocchè chiunque si fa a percorrere le solitudini della Spagna, o le valli del nord, si provveda almeno di quanto è necessario per affrontare gli agguati della natura e degli uomini; ma un povero galantuomo che passeggia per Toledo, può mai preveder pericoli ed insidie? Non vi parlo di dover camminare per questa strada durante la notte, od anche la sera, stante che di notte in ogni strada possono accadere funesti accidenti. Vi discorrerò soltanto dei rischi che si corrono in piena luce del giorno, e quando più numerosa ferve la folla in questa OMNIVORA Toledo, come la chiama il mio amico Rocco. Toccherò di volo i principali pericoli che possono affacciarsi ad ognuno che spensieratamente va a diporto, col sigaro in bocca, e con le mani in tasca, a modo di quei cari FLÂNEURS di Parigi così bene descritti da Giulio Janin. Curiosi, attaccabrighe, sfaccendati, e affaccendati, innamorati, zerbinotti, e quanti siete che da mane a sera calcate le pietre vulcaniche della nostra Toledo, aprite le lunghe orecchie, ascoltatemi e profittate –
Il primo pericolo che correte nel mettervi in su questa strada è di essere schiacciato dalle ruote di una carrozza. Seimila vetture percorrono incessantemente Toledo dall’un capo all’altro, e voi siete uno contro le insidie di seimila timoni, dodicimila cavalli e di ventiquattromila ruote. Non tremate per i vostri giorni? Una distrazione, una preoccupazione di mente, una bella che passa, un amico che vi chiama, un cartello di teatro, una caricatura ambulante che vi obbliga a fermarvi per guardarla, non sono forse questi piccoli avvenimenti bastevoli per farvi sorprendere dall’assalto di un timone? Egli è vero che i cocchieri gridano GUARDA; ma questa parola che potrebbe salvare i vostri giorni, può farvi anche perir miseramente sotto le ruote; imperciocchè se camminate distrattamente, un cocchiere vi grida a sinistra GUARDA, voi per iscansar la carrozza della sinistra andrete improvvidamente a buttarvi sotto una altra che viene da dritta, ed il cui cocchiere non è stato pronto a gridar il suo motto. Quale tremendo pericolo di vita non presentano quei tanti venditori di forbici, rasoi e temperini, i quali venditori camminando in mezzo alla folla con gl’istrumenti in mano, possono in ogni momento ferirvi per inavvertenza? E d’altra parte i tanti cani, e le tante bestie che si cacciano tra le vostre gambe non possono farvi forse rompere la nuca del collo?
Un altro pericolo incessante e da doversi evitar con non minor prudenza è di ritirarci a casa con gli abiti rotti o macchiati. Non avrete dato un passo in questa strada di Toledo, che un ambulante venditor d’olio, un farinaio o qualche altro merciaiuolo COLORATO si farà un dovere di stropicciar la sua mercanzia contro il vostro vestimento; ovvero un facchino all’impiedi fumando la sua pipa vi butterà sull’abito un generoso sputo, da cui tutte le composizioni chimiche non potranno tôrre la macchia – Un pericolo grandissimo per la vostra borsa vi tendono ad ogni passo quelle splendide sale da caffè, quei lussuosi magazzini di gioielli, e quella infinita generazione di MODES ET NOUVEATUTES, massimamente se vi arrischiate a passeggiar per Toledo con vostra moglie o con le vostre figliuole. I principî di economia privata sono per ogni punto violentemente attaccati; e finiscono sempre col cedere le armi alle sensazioni dell’industria e dell’incivilimento. Non ci è galantuomo che una volta incamminatosi per questa lusinghiera Toledo, non ne esca con grave ribasso al borsellino. Né vale il sistema che io ho per forza adottato di uscir senza denaro; se le mie faccende mi fanno attraversar Toledo, sono sicuro di ritirarmi con un nuovo debito – numerosi e frequenti pericoli incontrerete di trascurare le più importanti faccende, non sì tosto avrete messo il piede sulle pietre di questa strada. Ancorché correste come il vento, i seccatori vi raggiungerebbero a volo e vi obbligherebbero alla grande opera di misericordia, di tollerar cioè le persone moleste. Le sanguisughe, le mosche, le zanzare, i creditori, i poeti, sono leggieri immagini per rappresentare i seccatori. Costoro non si sgomentano agli atti di impazienza, non si inteneriscono alle preghiere, non si spaventano per le distanze; egli si avviticchiano a voi, vi fermano ad ogni passo, o vi seguano ancora che doveste recarvi al capo del mondo. La genia dei seccatori è una piaga della civiltà, e un tal flagello crescerà sempre in ragione diretta dell’incivilimento – Finalmente un grave pericolo per la vostra borsa vi presentano ad ogni cantonata della strada di Toledo i cartelli teatrali di ogni dimensione e di ogni colore – Non è questo il momento di fare la fisiologia di questi AFFISSI; ma egli è cosa utile per tutti di sfuggire le diverse maniere d’insidie che tentano, particolarmente ai provinciali, quelle infilzate di carte stampate. Ed in ispezialità voltate gli occhi altrove quando vedete un lungo cartello bigio o giallo; esso vi annunzia in qualche teatro un APPALTO SOSPESO o UNA SERATA A BENEFIZIO, terribili agguati alla vostra borsa e alla vostra salute, perché non si esce mai da un teatro in una di queste sere senza provare l’indomani un feroce catarro di petto, o terribili scorticature alle orecchie. Questi sono i principali pericoli che bisogna con ogni cura evitare, camminando per Toledo, ma ce n’è un altro per gli artisti e i letterati, un luogo funesto alla loro reputazione, una botteguzza ripiena di fogli letterari, la quale divora spietatamente un migliaio di vittime ogni anno; IL MAGAZZINO DI LUIGI FABRI.
FRANCESCO MASTRIANI