NOTIZIA SULLA CIECA DI SORRENTO

NOTIZIA SULLA CIECA DI SORRENTO  [1]

 

   La cieca di Sorrento. Romanzo originale italiano viene pubblicato a dispense (nella appendici dell’Omnibus politico-letterario napoletano) a partire dal 12 marzo 1851. L’anno seguente compaiono ben due edizioni in volume, una presso Tramater (Napoli) che si ristampa due volte nel giro di pochi mesi, e l’altro presso De Rosa [2] (Genova). [3] Sempre nel 1852 [4] viene portata sui palcoscenici con grande successo (il figlio Filippo ne fornisce dettagliate informazioni) la riduzione drammatica a opera di Luigi de Lise, che rimarrà nel repertorio dei teatri popolari del Mezzogiorno fino a tutta la prima metà del secolo scorso. Per quanto riguarda le numerose edizioni novecentesche (spesso drasticamente manipolate e ridotte) [5] si segnalano: Vergari, senza luogo di stampa, 1907; Milano, Bietti, 1914, riproposta in diversa versione nel 1973 (numerosissimi tagli, soppressi tre interi capitoli, “rimodernato” arbitrariamente il linguaggio) con un’introduzione di Domenico Rea; [6] Milano, Barion, 1925; Napoli, Bideri, 1933; [7] Milano, Lucchi, 1954, diverse volte ristampata; Vicenza, Edizioni Paoline, 1955, ristampata nel 1961. Da segnalare, anche, una curiosa riduzione in tre puntate con intenti parodistici apparsa sulla rivista Il Mago, (dal numero 39 al numero 41, giugno-agosto 1975), dove “tasselli isolati del testo originale vengono sottoposti a un trattamento che li riduce a exempla di come non si deve raccontare, o di come si può elargire divertimento con materiali nati per produrre il pianto, attraverso l’efficace usi degli strumenti retorici adatti”. [8] Ancora con intenti critici, in tono dichiaratamente grottesco, è la libera trasposizione scenica diretta da Riccardo Massari La cieca di Sorrento ovvero delitto colpa pentimento, del 1999.

   Insieme ai fotoromanzi e ai fumetti, anche il cinema si è a più riprese impadronito dell’opera di Francesco Mastriani: si ha notizia (non confermata però da diverse fonti) di una pellicola di Gustavo Serena del 1916; nel 1934 il libro viene portato sul grande schermo da Nunzio Malasomma, con Dria Paola, Giulio Tempesti, Corrado Racca, Ada Cannavò e una debuttante (nel cinema) Anna Magnani; nel 1952 è la volta di Giacomo Gentiloni, con Antonella Lualdi nel ruolo della protagonista, affiancata da Paul Mȕller, Enzo Biliotti, Vera Carmi, Paul Campbell; nel 1963 Nick Nostro gira una versione piuttosto libera del romanzo (circolata anche come film di cappa e di spada con il titolo La vendetta del Corsaro Nero) interpretata da Diana Martin, Anthony Steffen, Leontine May, Alberto Farnese, Pierre Vivaldi.

            RICCARDO REIM

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[1] Il seguente articolo è stato realizzato da Riccardo Reim, ed è stato pubblicato in FRANCESCO MASTRIANI, La cieca di Sorrento, Roma, Avagliano Editore, 2009.

[2] La prima edizione in volume fu effettuata dalla Tipografia dell’Omnibus, nello stesso anno 1851. L’editore di Genova fu Dario Giuseppe Rossi e non De Rosa, e fu in quest’edizione che al titolo venne aggiunto «ROMANZO ORIGINALE ITALIANO» (Nota di Rosario Mastriani).

[3] In realtà stampato a Savona, presso la tipografia Sambolino.

[4] E non nel 1826 (data, del resto, impossibile, dal momento che il romanzo è del 1851 e che Mastriani nasce nel 1819) come viene spesso disinvoltamente riportato senza alcun criterio logico.

[5] Vedi a questo proposito l’interessante saggio di ANTONIA ARSLAN, Storia e destinazione della “Cieca di Sorrento”, ora in Dame, droga e galline. Romanzo popolare e romanzo di consumo tra Ottocento e Novecento, a cura di Antonia Arslan, Milano, Unicopli, 1986.

[6] Scrive ANTONIA ARSLAN in Storia e destinazione della “Cieca di Sorrento”, cit.: “L’edizione che a tutti i livelli appare mistificante è la R. (Ovvero Milano, Bietti, 1973, ndc) Avendo nel suo repertorio di titoli una vecchia edizione della Cieca, la Bietti ha inserito, nella recente operazione di rinnovamento della propria immagine commerciale, per conquistare un nuovo pubblico più sofisticato, questa edizione che si presenta graficamente molto bene, e a differenza di L. e P. (Lucchi e Edizioni Paoline, ndc) si trova in vendita nelle librerie aggiornate. In essa per le omissioni più cervellotiche si sommano al mantenimento di parti antiquate e alla presentazione affidata a persona del mestiere, che dovrebbe dare un tono  culturale all’elegante volumetto”.

[7] Edizione piuttosto accurata e conforme al testo originale , che qui si ripropone. Anche le edizioni della Lucchi e delle Paoline intervengono piuttosto pesantemente – sia pure con diversi risultati – sul testo e sul linguaggio. In pratica, si può affermare che il romanzo di Mastriani non è più stato riproposto integralmente e nella sua forma originale da più di settanta anni.

[8] ANTONIA ARSLAN, Storia e destinazione della “Cieca di Sorrento”, cit.