Per gli onomastici
E osiam dire che siamo in piena civiltà, in pieno progresso, nel secolo de’lumi, ed altre cotali millanterie, quando due terzi della presente civil generazione è tuttavia ostinata a far visite per onomastici. Dicea bene il sommo Franklin che vi sono certi piccoli delitti in società che godono la massima impunità, e pe’quali non è rimedio che valga. Io domando qual’è maggiore delitto, se rubare altrui il moccichino da tasca o un paio d’ore di questa brevissima umana vita? Il ladruncolo che vi ruba il fazzoletto e l’oriuolo può, per un salutare ritorno all’onestà, restituirvi questi oggetti che ha involati. Ovvero voi potete ricuperarli la mercé della cattura del ladroncello. Ma come vi si restituiranno le due ore che un importuno sfaccendato avrà barbaramente sottratte dal novero delle vostre ore utili, sotto lo specifico pretesto di venire ad augurarvi cento di questi giorni? Intanto, il ladruncolo è punito come merita il turpe atto che ha commesso, e l’amico è da voi abbracciato, sorriso; e voi dovete manifestargli i sensi della vostra più viva riconoscenza pel fastidio che si è dato di venire ad ammazzare il vostro tempo.
Io per me ho dichiarato la guerra tutti gli assassini di questo genere, assassini d’ambo i sessi, che nascondono le mani sotto i tortorella, e vi spogliano della più preziosa stoffa che abbiate, quella onde si forma la vita. Time is money, dicono gl’inglesi, hanno ragione; il tempo è danaro: dunque un brigante che viene a darvi cento di questi giorni, ammesso che si trattenga un’ora, e calcolata, per ogni onesto galantuomo la giornata di 12 ore del valore di dodici lire, viene a beccarsi dalla vostra tasca una bella e buona liretta, che basta per un parco desinare. E aggiungete che l’ora che egli vi rapisce, qualora fosse stata bene impiegata allo studio di quella professione che voi esercitate, avrebbe potuto aggiungere un considerabile dippiù alle rendite annuali che la riputazione di cui godete nella vostra professione vi procaccia.
Un’altra considerazione di gran momento. Su che si aggirano i vostri discorsi durante quest’ora in cui il vostro Giona della Gala vi terrà inchiodato sovra una sedia senza altro divertimento che quello di guardare la faccia d’un imbecille? Giurate che la maldicenza entrerà per tre quarti ne’vostri discorsi; ed ecco stabilita la vostra complicità in un delitto contro la carità: ecco quello che avrete guadagnato nella visita del vostro amico.
Ma si può dare, dich’io più grossa corbellatura di questa? Si augurano altri cento anni mentre i centenari sono rarissimi e fenomenali. Oltre a ciò, però che al compare di mio padre o alla comare di mia madre venne in testa di appiccarmi il nome di Zebedeo, di Telesforo o di Saverio, è questa una buona ragione perché gli amici si permettano di rubarmi quella giornata in cui il mio nome è registrato nel calendario? Oh terque, quaterque beati coloro, i cui nomi non sono registrati nel calendario! Costoro vivono assai più di chiunque ha la disgrazia di avere un nome come il mio, che rappresentato è da cinque o sei giorni onomastici.
FRANCESCO MASTRIANI