Il Napoli di Maradona

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III.

   Durante il campionato 1984-85, compii quarant’anni. Il presidente del Napoli Corrado Ferlaino acquistò, all’incredibile cifra di tredici miliardi di lire, il più grande calciatore di tutti i tempi: Diego Armando Maradona.

   Eravamo alla Mostra d’Oltremare per la Fiera della Casa, io, Teresa e le bambine, mancava poco alla mezzanotte, stava per scadere il termine per la compravendita dei calciatori sul mercato, all’improvviso sulla facciata del Teatro Mediterraneo, dove scorrevano le notizie con led luminosi, vedemmo scritto: La Società Calcio Napoli acquista il più grande calciatore del mondo, Diego Armando Maradona; i tifosi impazzirono di gioia, ci furono caroselli di auto nel corso della notte per tutta la città.

   E qui devo fare una premessa: per me quei sette anni che Maradona ha giocato a Napoli, furono i campionati più belli ed entusiasmanti che ho vissuto da quando seguo la maglia azzurra. Non dimenticherò mai quegli anni durante i quali ho avuto la fortuna di poter seguire il Napoli al San Paolo per tutto il tempo in cui Diego giocò in Italia.

   Ricordo in particolare una partita, era il mese di gennaio e faceva un freddo cane, Maradona doveva ancora ambientarsi e il Napoli non andava molto bene. C’era l’Udinese al San Paolo, la partita era importante e nessuno la voleva perdere. La gara finì 4-3 per gli azzurri con doppiette di Maradona e Bertoni, un altro argentino, amico di Diego.

   Indimenticabile al San Paolo un Napoli Lazio 4-0, con tripletta di Diego, il primo gol di rapina, il secondo un pallonetto da fuori area, il terzo direttamente dalla bandierina del calcio d’anglo, il pubblico andò letteralmente in delirio.

   Napoli Inter 3-1, non segnò Maradona, ma fu il trascinatore, subendo tantissimi falli dai difensori interisti. Doppietta di Bertoni, gran gol di Dal Fiume e grandi parate di Castellini.

  Il campionato lo vinse quell’anno un po’a sorpresa il Verona dell’allenatore Osvaldo Bagnoli, squadra che era tornata nella massima serie due anni prima, e che non aveva tra le sue fila grossi campioni. Il Napoli si classificò all’ottavo posto. Questa era la formazione allenata da Ottavio Bianchi: Castellini, Bruscolotti, Carannante, De Vecchi, Ferrario, Dal Fiume, Bagni, Celestini, Penzo, Maradona, Bertoni.

    Il 29 maggio 1985 ci fu la finale di Coppa dei Campioni allo Stadio Heysel di Bruxelles tra Liverpool e Juventus. La squadra bianconera riuscì ad aggiudicarsi per la prima volta nella sua storia questo titolo. Vinse ma con le lacrime agli occhi. Il calcio si trovò davanti alla più grave manifestazione di teppismo mai accaduta. Alla fine si contarono trentanove morti nello stadio belga. Una festa dello sport distrutta dai i tifosi inglesi che vennero cancellati dall’Europa. La cosa peggiore fu che, cosa impensabile oggi, la partita fu disputata, malgrado ci fossero morti e feriti sparsi dappertutto, fuori dallo stadio. Quella partita la vedemmo a casa di mio cognato Armando.

   In quell’anno, mio fratello Rosario lasciò Napoli. Ma non tutti i mali vengono per nuocere: con la sua bellissima famigliuola si trasferì in Emilia Romagna, prima facendo da solo enormi sacrifici, poi lo raggiunse qualche tempo dopo il resto della famiglia, e in quella regione, oggi che sono passati tanti anni, vivono felici e contenti con il loro bellissimi nipotini Luca e Sofia, figli di Marcella e Raffaele. Rosario è in pensione e si occupa, oltre che della sua famiglia, del nostro illustre avo Francesco Mastriani.

   Come ho già detto, in collaborazione con Elio, nostro cugino, sta realizzando uno studio per tentare di far conoscere alle nuove generazioni il grande scrittore napoletano dell’800.

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   Campionato 1985-86. Grande Diego e grande Napoli che si classificò terzo dietro alla Juventus campione ed alla Roma. In modo incredibile perdemmo una partita in casa 1-0 contro il Pisa, squadra che retrocesse poi in Serie B. Quell’anno al San Paolo avevano perso tutte le squadre, solo la Roma, l’Udinese e la Fiorentina erano riuscite a strappare un pareggio.

   Battemmo in casa l’Inter 1-0, gol di Maradona su rigore, la Juventus, sempre per 1-0, con una punizione di Diego rimasta famosa negli annali del calcio, una parabola diabolica dall’ interno dell’area di rigore, per il tripudio dei 90 mila sugli spalti. Sempre al San Paolo, 2-0 al Milan, con reti di Giordano e Bagni.

   Nell’anno 1985, come già ho detto, mio fratello si trasferì a Sassuolo con la sua famiglia. Il giorno del trasloco era un sabato ed io e papà facemmo il viaggio nel camion insieme a Rosario. La sera tardi, dopo aver scaricato il mezzo, mio fratello mi accompagnò alla stazione ferroviaria di Modena, perché il giorno dopo al San Paolo c’era Napoli-Verona, ed io, un po’egoista, non volli mancare all’appuntamento, e fu un’ apoteosi. Finì 5-0 per il Napoli contro i campioni in carica. Maradona fece un gol capolavoro con un pallonetto scagliato da metà campo. Prestigiosa vittoria a San Siro, dove il Napoli piegò il Milan 2-1, con reti di Giordano e altra magia di Maradona. Poi Garella parò tutto. Terzo posto blindato.

   La formazione base del Napoli era la seguente: Garella, Bruscolotti, Carannante, Bagni, Ferrario, Renica, Bertoni, Pecci, Giordano, Maradona, Caffarelli. Completavano la rosa Ciro Ferrara, giovanissimo, Filardi e Celestini.

   L’anno dopo, nel 1986 l’Argentina di Maradona vinse il mondiale di calcio in Mexico e Diego fu il protagonista assoluto, realizzando contro l’Inghilterra, in semifinale, due gol, il primo con la mano (la mano de Dios); il secondo, che fu poi considerato il più bel gol della storia del calcio mondiale: partì da centro campo col pallone incollato sul suo diabolico piede sinistro, scartò in corsa e in dribbling tre avversari, saltò il povero portiere, e insaccò per tutto il delirio della gente di qualsiasi nazionalità. Ricordo pure l’entusiasmante telecronaca di Giacomo Bulgarelli, che non credeva ai suoi occhi.

   L’Argentina vinse poi la finale contro la Germania per 3-2, non segnò Maradona, ma in compenso fu l’artefice della vittoria con due assist decisivi.

   L’Italia passò il turno ma venne eliminata dalla Francia di Platini. Dimenticata la gloria del mondiale vinto nell’82, dimenticato il quarto posto del’78 e il secondo del ‘70, gli azzurri perdettero pure la simpatia. A pagare fu, come da copione, l’allenatore Bearzot trionfatore quattro anni prima, ma era l’ambiente del calcio italiano ad essere malato; le società annegavano nei debiti e riaffioravano le scommesse clandestine e le partite truccate.

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   Campionato 1986-87. Avevo 43 anni e dico senza ombra di dubbio che questo campionato resterà nella mia mente e nel mio cuore in eterno: grazie a Diego Armando Maradona, il Napoli vincerà il primo scudetto della sua storia, e conquistò quell’anno anche la Coppa Italia. Grazie a tutti i giocatori, all’ allenatore Bianchi, al presidente Corrado Ferlaino, e in modo particolare a tutti i tifosi del Napoli, che non hanno fatto mai mancare la loro presenza e il loro entusiasmo, sia in casa che fuori casa. Ma devo dire che dobbiamo tutto a lui: Diego è stato il trascinatore, il capitano, tutti i compagni di squadra lo amavano, tutti lo seguivano, caricava la squadra senza paura, e realizzava dei gol meravigliosi ed assist per tutti gli attaccanti. Veniva massacrato di botte, ma si alzava e combatteva senza mai protestare. Grazie Diego per quello che hai fatto per questa nostra povera città. Ti adoro, non ti dimenticherò mai.

   Al San Paolo rimanemmo imbattuti: otto vittorie e sette pareggi. Ecco la sequenza di quasi tutte le partite:

   1ª di campionato Brescia Napoli 0-1, gol di Maradona: incursione in area del Brescia a suo modo e sinistro imparabile. 

   4ª giornata Napoli Torino 3-1, Bagni, Ferrara, Giordano.

   5ª Sampdoria Napoli 1-2, Caffarelli, fallo su Maradona e suo rigore.

   6ª Napoli Atalanta 2-2 Volpecina, fallo su Maradona e suo rigore.

   7ª Roma Napoli 0-1, gran gol di Diego su assist di Giordano.

   9ª Giornata vittoria fondamentale degli azzurri a Torino, 3-1 alla Juventus, il Napoli non vinceva su quel campo da 30 anni, segnarono: Ferrario, Giordano e Volpecina, Maradona non segnò ma fu il trascinatore, i difensori juventini fecero di tutto per fermarlo. Fu un tripudio per i tanti napoletani sugli spalti.

10ª Napoli Empoli 4-0 Maradona, Carnevale, Carnevale, Bagni.

   Seguirono due pareggi finiti 0 a 0 con il Verona e a Milano con il Milan.

   Ironia della sorte, alla 14ª giornata, il 4 gennaio 1987, il mio datore di lavoro Raffaele De Laurentis, mi portò a Firenze a vedere la partita. Partimmo con una elegante Mercedes, con noi c’era anche il ragioniere esterno della ditta De Lise. Perdemmo 3-1, l’arbitro ce la mise tutta per farci perdere. Per fortuna quella sconfitta non influì sull’esito finale del torneo e il Napoli riuscì a vincere il suo primo scudetto.

   15ª Napoli Ascoli 3-0, Muro, Romano e Bagni.

   16ª Napoli Brescia 2-1, Ferrara e Giordano su rigore. Con i lombardi che riempirono di botte Diego, che nel secondo tempo, per un bruttissimo fallo subito dai difensori fu costretto ad uscire dal campo. L’arbitro assegnò il calcio di rigore e Giordano lo realizzò, mentre Diego usciva dal campo in barella esultante al gol del centravanti azzurro.

   17ª Udinese Napoli 0-3, grande Napoli doppietta di Maradona e gol di Caffarelli.

   La 24ª giornata si può dire senza dubbio una partita decisiva per la conquista dello scudetto, era di scena al San Paolo la Juventus di Platini. Nel primo tempo segnò Renica su assist di Diego, nel secondo tempo la Juve pareggiò con Serena. Ma il Napoli di Maradona volle vincere quella partita importante, e dopo tante occasioni fu premiato con un bel gol di Romano.

   Tripudio sugli spalti, c’eravamo quasi al grande traguardo.

   27ª giornata, Altra grande vittoria, Napoli Milan 2-1, segnò Carnevale, e poi gran gol di Maradona, che si incuneò nella difesa rossonera col suo magico sinistro insaccò. Giordano fu il migliore in campo.

   Seguirono tre pareggi per 1-1 con Como, Fiorentina e Ascoli, i gol li segnò Carnevale. Ma quello più importante, sempre di Carnevale, fu quello segnato alla Fiorentina alla penultima al San Paolo, fu un pareggio, ma fu quello che diede agli azzurri la certezza matematica conquista del suo primo scudetto. Lo stadio era strapieno e l’entusiasmo alle stelle. Grazie Napoli, Grazie Diego. A Napoli si farà festa per una settimana in tutti le strade, le piazze e i vicoli della città.

   La formazione base, allenata da Ottavio Bianchi era la seguente: Garella, Bruscolotti, Ferrara, Bagni, Ferrario, Renica, Romano, De Napoli, Giordano, Maradona, Carnevale.

Alla vittoria finale contribuirono Volpecina, Caffarelli Sola, Marino, Muro, Bigliardi.

   Oltre a Maradona, ci furono altri giocatori determinanti come Salvatore Bagni e Bruno Giordano che quell’anno realizzò col Napoli il centesimo gol della sua carriera.

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   Campionato 1987-88. Un altro campionato strepitoso del Napoli, ch’era diventato più forte con l’acquisto del centravanti brasiliano Careca. Ma successe qualcosa di strano nelle ultime giornate che fece pensare ad episodi extra sportivi, come il calcio scommessa gestito dalla camorra.

   Apro una parentesi inquietante, una notizia che poi uscì fuori molto tempo dopo: Maradona fu fotografato in casa del boss Salvatore Giuliano a Forcella, forse nemmeno lui sapeva che cosa stava facendo o forse fu costretto a farlo dai tanti pericolosi personaggi che gli giravano intorno, per fortuna la notizia non uscì fuori subito, era proprio il periodo delle grandi imprese del Napoli.

   Si era alla terz’ultima giornata di campionato. Al San Paolo era di scena il Milan di Gullit e Van Basten, sotto di un punto dagli azzurri in classifica. All’inizio del primo tempo segnò Virdis per i rossoneri, ma quasi allo scadere del tempo pareggiò Maradona con una delle sue magistrali punizioni dal limite.

   Nel secondo tempo il Napoli non c’era più, era successo qualcosa, uscì anche Diego e il Milan andò in gol due volte con Van Basten e Gullit. I soli De Napoli e Careca, che segnò negli ultimi minuti, portando il risultato a 2-3, tentarono la riscossa, ma era troppo tardi per recuperare, delusione composta sugli spalti.

   I tifosi applaudirono sportivamente i rossoneri vincitori sul campo. Io e Salvatore, il marito di Pupetta, sorella di mia moglie Teresa, rimanemmo più di un’ora sugli spalti, dopo la fine della partita, sconsolati ed affranti. 

   Il Milan effettuò il sorpasso superandoci di un punto in classifica. Ma la cosa incredibile avvenne la domenica dopo. Il Napoli giocava a Firenze, squadra di centro classifica, mentre il Milan era impegnato in casa contro la Juventus; potevamo ancora farcela. Infatti il Milan non andò oltre lo 0-0 contro i bianconeri, ma il Napoli perse incredibilmente quella partita per 3-2. L’unico a non arrendersi fu Ciro Ferrara, che segnò il gol del momentaneo pareggio. Per inciso mancavano sia Maradona che Bagni, assenti anche nell’ultima giornata di campionato, quando gli azzurri si congedarono dal San Paolo con la terza sconfitta consecutiva: 2-1 contro la Sampdoria

   Ripeto, qualcosa di strano era successo. La verità forse non la sapremo mai, una cosa di losco però era avvenuta di sicuro: l’anno dopo Bagni, Giordano, Garella, Ferrario non erano più del Napoli.

   Alcune partite vinte dalla squadra azzurra quell’anno:

   11 ottobre Napoli Pescara 6-0, Bagni, Romano, Careca Maradona, Giordano. Autorete.

   Napoli Empoli 2-1, doppietta di Maradona.

   Napoli Torino 3-1, doppietta di Maradona.

   Napoli Juventus 2-1, De Napoli, Maradona.

   17 Gennaio Sampdoria Napoli 0-1, campo ridotto in un acquitrino, Maradona allo scadere si inventò un gol da fuori area di punta, e gioì facendo un gran scivolone nell’acqua.

   28 febbraio Pescara Napoli 0-1 segnò Giordano. Assistemmo alla partita allo stadio io Armando e Salvatore, prima eravamo stati a pranzo dallo zio Vincenzo, fratello del padre di Teresa che viveva a Pescara da tantissimi anni, ci ospitò a casa sua prima della gara.

   Da quel momento andò tutto storto.

   Un altro ricordo incancellabile di quell’anno 1987, fu l’ esordio del Napoli in Coppa dei Campioni. E al primo turno gli capitò una delle squadre più prestigiose d’Europa: il Real Madrid. In Spagna perdemmo per 2-0, in uno stadio vuoto di pubblico, in quanto il Real aveva il campo squalificato. Quella partita la vidi per TV. Sul 2-0 Giordano si mangiò un gol, era solo davanti al portiere, che sarebbe stato molto importante per la partita di ritorno, che vide un San Paolo strapieno. Io ero in Curva B. Nel primo tempo segnò il Napoli con Francini, Careca sfiorò il raddoppio mentre Maradona venne ingabbiato dai difensori spagnoli che lo conoscevano bene, avendo giocato diversi anni nel campionato spagnolo con i colori del Barca.

   Nel secondo tempo pareggiò per i madrileni Butragueno e l’avventura per il Napoli in Coppa dei Campioni finì, all’epoca le partite erano uniche, scontri diretti, o dentro o fuori; oggi esistono i gironi composti da più squadre, quindi più partite.

   Quell’anno aveva debuttato nella trasmissione Fantastico in TV, in modo disastroso Adriano Celentano. Si parlava di sostituirlo; alla fine se la cavò con una multa di 200 milioni per i suoi comizi in televisione.

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   Campionato 1988-89. Il Napoli quell’anno si piazzò al secondo posto in classifica alle spalle del fortissimo Inter dei tedeschi Brehme, Matthaus e di un rinato Ramon Diaz.

   Ci fu la strepitosa vittoria a Torino contro la Juventus, alla 6ª giornata per 5-3, con tripletta di Careca, e gol di Carnevale e Renica, un altro trionfo per i napoletani residenti a Torino. Al San Paolo ricordo uno esaltante 8-2 al Pescara, alla 3ª giornata con tripletta di Carnevale, doppietta di Maradona e Careca e gol di Alemao. Alla 7ª giornata un 4-1 al Milan con doppietta di Careca e gol di Maradona e Francini. Incredibili i primi due gol. Il primo di testa di Maradona, che beffò il portiere Galli fuori dai pali; il secondo subito dopo, Maradona, sempre di testa servì Careca che segnò. Alla 8ª giornata Napoli Fiorentina 2-0, con gol di Maradona e Careca.

   Quell’anno il Napoli si aggiudicò un importante trofeo europeo, la Coppa Uefa, eliminando squadre prestigiose come il Bordeaux, il Bayern Monaco e la stessa Juventus in semifinale; a Torino perdemmo per 2-0; nella partita di ritorno capovolgemmo il risultato, con una grandissima prestazione.

   Segnarono Maradona e Careca nel primo tempo, pareggiando così il risultato dell’andata. Si andò ai supplementari, Renica, proprio all’ultimo minuto di gioco, con un gol incredibile, ci regalò la finale. Ciò che successe sugli spalti fu indescrivibile. Nella finale, in doppio confronto, la spuntammo contro un’altra squadra tedesca, lo Stoccarda. Al San Paolo vincemmo 2-1. Perdevamo 1-0 nel primo tempo. Nella ripresa, negli ultimi dieci minuti di gioco, ci pensò Maradona, prima procurandosi il rigore che realizzò lui stesso. A due minuti dal termine il vantaggio fu siglato da Careca, che su invito da destra di Diego dribblò anche un compagno di squadra e insaccò freddamente. Nella partita di ritorno a Stoccarda, finì 3-3, ma gli azzurri erano in vantaggio per 3-1, i tedeschi pareggiarono in seguito a leggerezze della difesa partenopea, ma il pareggio fu bastante per aggiudicarsi il prestigioso trofeo.

   La formazione base fu la seguente: il compianto Giuliani, Ferrara, Francini, De Napoli, Corradini, Renica, Crippa, Alemao, Careca, Maradona, Carnevale. Altri titolari furono Carannante, Fusi.

   Verso la fine del campionato, io, papà e i miei due cognati Franco e Antonio, andammo a vedere la partita Bologna-Napoli nel capoluogo emiliano. Fummo ospiti di Rosario e Pina, a Fiorano Modenese, impiegati in una fabbrica ceramica e dove abitavano in un alloggio dello stesso fabbrica, essendone anche custodi. Pensò a tutto mio fratello: fece i biglietti per lo stadio, dormimmo e mangiammo a casa sua, ci portò a vedere tanti bei posti. Trascorremmo due bellissimi giorni, io, papà e i due cognati, Franco detto o barilotto e Antonio detto o ceffo. Il Napoli pareggiò 1-1; segnò Careca. A sorpresa non giocò Maradona: ci dispiacque molto, aveva trascorso una notte brava, non si sapeva dove fosse, si era perso!

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   Campionato 1989-90. Avevo 46 anni. Un altro bellissimo ricordo: il Napoli vinse il suo secondo scudetto, meritatissimo, anche se con l’ombra della partita vinta a tavolino a Bergamo contro l’Atalanta, dove Alemao lasciò il campo in seguito ad un infortunio dovuto ad intemperanze del pubblico. La partita si era conclusa in parità.

   Al San Paolo, la sola Sampdoria riuscì a portare un punto a casa! Indimenticabile la vittoria contro la Fiorentina, eravamo sotto di due gol, realizzati da un certo Robby Baggio. Che rimonta! Passammo dallo 0-2 al 3-2. Maradona era in panchina per problemi. Segnò Baggio, un gol bellissimo, proprio alla… Maradona, poi lo stesso giocatore raddoppiò su rigore.

   Nella ripresa entrò Maradona e la partita cambiò, anche se Diego sbagliò un rigore, novità per lui; ma il Napoli non ci stava, segnò Renica, poi Careca e allo scadere della partita, su un meraviglioso cross di Maradona, Corradini di testa in tuffo, regalò la vittoria al Napoli.

   Importantissima vittoria per 3-1 contro la Juventus e grande Maradona che segnò prima con un gran sinistro, poi raddoppiò con un magistrale calcio di punizione che lasciò di stucco l’esterrefatto Tacconi, accorciò poi Agostini su rigore, e infine Francini chiuse la gara per il tripudio dei 90 mila. Ci fu poi il 3-0 al Milan con un gol strepitoso di Maradona e il 2-0 all’Inter con doppietta di Diego.

   Il portiere nerazzurro Zenga alzò le braccia in segno di resa dopo esser stato infilzato da uno dei soliti magistrali calci di punizioni di Diego.

   L’allenatore era Bigon e questa la formazione base: Giuliani, Ferrara, Francini, Fusi, Baroni, De Napoli, Crippa, Alemao, Careca, Maradona, Carnevale. E c’era anche un certo Zola…

   Una triste notizia sconvolse il mondo del calcio: Gaetano Scirea morì in seguito ad un incidente automobilistico in Polonia; aveva appena concluso la sua splendida carriera da giocatore ed era rimasto come osservatore nella sua Juventus.

   Era andato appunto in Polonia per osservare i prossimi avversari della Juventus in Coppa Uefa.

   Quell’anno ci furono i mondiali in Italia. Per ironia della sorte la semifinale tra Italia e l’Argentina di Maradona fu giocata proprio a Napoli. La partita terminò in parità 1-1, ma l’Argentina passò il turno grazie alla lotteria dei calci di rigori. I napoletani sugli spalti erano divisi: metà tifavano per l’Italia, l’altra metà aveva Maradona nel cuore. Forse per tal ragione nella finale di Roma tutti e tutto contro Diego, fischiato perfino durante l’esecuzione dell’inno nazionale argentino. Vinsero i tedeschi per 1-0 con un rigore inesistente realizzato da Brehme.

   Nel novembre di quell’anno, approfittando di una sosta del campionato per impegni della Nazionale, Maradona ne profittò per sposarsi. Un faraonico matrimonio a Buenos Aires con invitati trasportati in Argentina con un volo charter dall’Italia.

   Quell’anno morì Sandro Pertini. Coerente al suo personaggio non volle i funerali di Stato. Il suo corpo venne cremato e le ceneri conservate nella tomba di famiglia in Liguria.

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  Con l’inizio degli gli anni ’90, si aprì Un’altra pagina importante della mia vita, nel bene e nel male: il trasferimento di tutta la mia famiglia a Nola.

   Tutto avvenne per caso: Anna ed Elisabetta, durante le vacanze estive trascorse a Cirella, una località della Calabria, fecero amicizia con dei ragazzi di Nola.

   Brutti tempi per me per quanto riguardava il lavoro, De Laurentiis mi aveva mollato, dopo 14 anni. Cominciai a passare da un lavoro all’altro: magazziniere da quel cesso di Valentino, poi radio-servizio del povero Rotolo. Quindi passai in una società di spedizione, la ditta Solbero in cui ci restai per altri quattro anni; poi con l’aiuto dello stesso direttore sig. Brambilla un buon signore milanese, persona che ho sempre stimato, trovai un posto in una ditta che si occupava di antifurti. Ma purtroppo dopo la morte del suo titolare la ditta chiuse i battenti.

   In quel brutto periodo durato circa tre anni, riuscimmo a sopravvivere grazie alla liquidazione di De Laurentiis, e poi con i contributi di disoccupazione e infine l’importante aiuto di Teresa che cominciò a lavorare in diverse fabbriche di Nola, come cucitrice.

    Dopo la vittoria dello scudetto, nel settembre, prima dell’ inizio del campionato 1989-90 il Napoli si aggiudicò per la prima volta la supercoppa ai danni della Juve, per 5-1, l’unico mio piacere per quella vittoria è stata solo quella di aver battuto la Juve, questa trofeo non lo mai potuto soffrire. Nel mercato estivo fu ceduto Giuliani, al suo posto fu acquistato Giovanni Galli portiere del Milan, vennero all’ombra del Vesuvio, anche gli attaccanti Incocciati e Silenzi. Lasciò la squadra pure Carnevale.

   Quell’anno, purtroppo per il Napoli, iniziò il declino di Maradona. La droga: non era più lui, fu la fine di Diego.

  Per una partita di Coppa dei Campioni, si doveva andare a giocare in Ucraina contro la squadra Dinamo Kiev.

   Di Maradona non si sapeva né dove stava, né come stava.

   L’allora direttore del Napoli Luciano Moggi, non riusciva a gestirlo, ma sorprendendo tutti gli sportivi napoletani, alla fine andò in panchina. Faceva un freddo cane a Kiev. Nella partita di andata al San Paolo si era pareggiato 1-1, quindi occorreva che il Napoli almeno segnasse un gol più di loro nella partita di  ritorno. Il primo tempo finì 0-0. Nel secondo tempo entrò Diego, ma non era più lui, il Napoli non andava e Incocciati si divorò un gol, e così nel gelo di Kiev si concluse al secondo turno l’avventura del Napoli in quella seconda apparizione in Coppa Campioni.

   Quell’anno lo scudetto lo vinse per la prima volta nella sua storia la Sampdoria di Mancini e Vialli, che l’anno dopo perse la finale di Coppa dei Campioni contro il Barcellona. Per il Napoli un deludente ottavo posto.

   Oltre al declino del Napoli e di Maradona fece eco quello che tutti nel mondo temevano: le truppe dell’ONU attaccarono l’Irak che in precedenza aveva invaso e occupato senza alcuna ragione plausibile, il Kuwait. Il mondo fu ancora scosso da un’ ulteriore guerra.

   Nel mese di giugno di quell’anno, la città di Berlino, dove era avvenuto il crollo del suo nefasto Muro, divenne di nuovo la capitale della Germania unita.

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   Campionato 1991-92. Diego non c’era più (ahimè). Il Napoli comprò il francese Blanc e fece un bel campionato e si piazzò al quarto posto. Quell’anno venne fuori alla grande Gianfranco Zola che tanto aveva imparato da Maradona. Il titolo andò al Milan del trio olandese Rijkaard, Gullit, Van Basten, che resero grande una squadra già forte con i vari Maldini, Baresi, Donadoni.

   Nel marzo 1992 il magistrato Antonio Di Pietro diede inizio alla vicenda politica giudiziaria: Mani Pulite, detta in seguito tangentopoli, che, travolse molti esponenti di primo piano della politica italiana. Tutto il processo fu ripreso dalla TV di Stato. Colpì molto l’incalzante interrogatorio fatto da Di Pietro all’ex Ministro Forlani che non riuscì a dire una parola in sua difesa.

   Il 23 maggio dello stesso anno a Capaci in Sicilia, furono uccisi il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca e tre agenti della scorta, in un attentato la mafia fece saltare letteralmente un tratto di autostrada Palermo-Capaci. Stessa sorte toccò, due mesi dopo al giudice Paolo Borsellino, ucciso sempre dalla mafia, insieme a cinque uomini della scorta, sotto la casa della mamma, in pieno centro di Palermo. Prima dell’ attentato, Paolo Borsellino aveva espresso in una dichiarazione ad un giornale, la sua consapevolezza che era un morto che camminava. Lo Stato non era in grado di sconfiggere la mafia, e lasciava indifesi quelli che rischiavano la vita tutti i giorni per combatterla.

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   Campionato 1992-93. Undicesimo posto del Napoli in classifica, a due punti dalla retrocessione nella serie cadetta. Milan ancora campione d’Italia

   E nel milanese, ad Arcore, Bettino Craxi si recò a casa di Silvio Berlusconi e lo sollecitò a creare un nuovo partito politico in grado di raccogliere i consensi degli elettori non comunisti.

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   Campionato 1993-94. Nel Napoli c’erano Fabio Cannavaro, Taglialatela, Nela, Fonseca, Di Canio, Pecchia. Gli azzurri si classificarono al sesto posto, mentre arrivava il terzo scudetto consecutivo per i rossoneri.

   Devo dire con mio rammarico che venuto ad abitare a Nola, avevo smesso di andare al San Paolo a vedere il Napoli, vuoi per la lontananza, vuoi per la situazione economica precaria della mia famiglia.

   Quell’anno cominciò per me l’avventura come guardiano in un deposito per automezzi pesanti, da Tommaso Alfieri, nipote del ben noto Carmine. un personaggio implicato in fatti camorristici. In quel periodo tanti sacrifici e molti brutti ricordi.

   I miei genitori andarono a festeggiare le loro Nozze d’Oro a Maranello, dove, come ho già scritto, si era trasferito mio fratello Rosario e la sua famiglia.

   Il Napoli non combinò più niente di buono per diversi anni; tanti cambi di presidenti, tanti fallimenti. Andarono e vennero numerosi giocatori. Ricordo Rincon, Bogossian, Cruz, Ayala.

   Nel mese di gennaio del 1994 due importanti avvenimenti politici: venne sciolta la Democrazia Cristiana e quasi in contemporanea Berlusconi annunciò la propria candidatura politica e la nascita di Forza Italia. Fu la famosa discesa in campo dell’imprenditore milanese, che nel maggio di quell’ anno vinse le elezioni e formò il suo primo governo. Mentre in Sudafrica, nello stesso mese, avvenne un altro avvenimento sensazionale: Nelson Mandela, tornato libero nel 1990 dopo 28 anni di carcere, venne eletto Presidente della Repubblica Sudafricana

   Il 4 giugno morì a Roma Massimo Troisi, uno degli attori e registi più popolari della nuova generazione; Napoli perse un suo meraviglioso figlio.

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   Nel campionato 1994-95, per il Napoli un settimo posto; il titolo andò alla Juventus di Robby Baggio e Alex del Piero. Per me arrivò il traguardo del mezzo secolo.

   Il 6 dicembre Antonio Di Pietro, magistrato simbolo del pool milanese di Mani Pulite, annunciò le sue dimissioni dalla magistratura: due settimane prima quello stesso pool aveva inviato un avviso di garanzia al premier Berlusconi che, grazie a quelle dimissioni, riuscì a farla franca con la giustizia. Ma non gli andò bene in politica in quando la lega di Bossi tolse l’appoggio al suo governo che il 22 dicembre di quell’anno di dimise.

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   Nel campionato 1995-96 ci fu l’esordio in Serie A di Ciro Caruso, nipote di Susy, moglie di Angelo, fratello di Teresa.  

   Ricordo che in quell’occasione lo accompagnammo allo Stadio San Paolo, con tanta emozione io, Angelo, Susy e il padre di Ciro. Il ragazzo esordiente giocò solo cinque minuti di quella partita. Dodicesimo posto per il Napoli in un campionato vinto di nuovo dal Milan ormai orfano degli olandesi.

   A maggio il centro-sinistra guidato da Romano Prodi, vinse le elezioni. Ad Antonio Di Pietro, ex magistrato di Mani Pulite venne assegnato il ministero del Lavori Pubblici. Da quella carica si dimise perché indagato dalla procura di Brescia.

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   Campionato 1996-97. Vinse il campionato la Juventus, davanti alla rivelazione Parma, secondo scudetto bianconero per il napoletano Ciro Ferrara… non più napoletano.

   A settembre Umberto Bossi alle sorgenti del Po proclamò la nascita della Repubblica della Padania. Tre mesi dopo morì a Parigi all’età di 72 anni l’attore Marcello Mastroianni, famoso per i suoi film con la nostra Sofia Loren. Il Napoli rischiò la Serie B, e l’anno appresso nel campionato 1997-98 ci andò, concludendo il campionato più squallido della sua storia, pigliamm mazzat da tutte le parti: 5-1 a Bologna, 5-0 ad Empoli, 4-0 a Firenze, 6-2 a Roma, 6-3 a Genova contro la Sampdoria, 4-0 e 4-2 contro il Parma, 4-2 contro il Lecce al San Paolo. Il titolo se lo aggiudicò di nuovo la Juventus.

   Il Napoli restò in Serie B due anni dove giocò con alterne fasi. La carriera di Ciro Caruso venne pregiudicata da una serie di infortuni, piuttosto gravi, mentre il suo coetaneo Fabio Cannavaro, che aveva trovato fortuna in altri lidi, diventò il più forte difensore centrale del mondo e capitano della Nazionale di calcio per molti anni. Fu vincitore del Pallone d’oro.

  Nel febbraio del 1997 all’Istituto Roslin di Edimburgo nacque Dolly, la prima pecora clonata. L’anno dopo iniziò anche il mio calvario con il cancro al colon, eravamo nell’aprile del 1998, periodo che si concluderà con la mia completa guarigione dopo due operazioni e dure chemioterapie, tutte fatte all’ Ospedale Cardarelli. Fu grazie alla Madonna di Pompei, ai dottori Confuorto e Chiaruzzi, e all’aiuto morale della mia famiglia meravigliosa, che sto oggi qui a scrivere questo mio piccolo diario.

   Il tre maggio del 1999 riscossi la mia prima pensione. In settembre morì il cantante Lucio Battisti, aveva 55 anni, la mia stessa età; la sorte non fu mai benigna con lui. La sua morte provocò profonda emozione nel Paese, le sue canzoni le porto sempre nel mio cuore. Tu chiamale se vuoi… Emozioni.   

   Il primo gennaio del 1999 diventò ufficialmente legale l’euro, la moneta unica europea, e così aumentò la povertà nel nostro paese, in modo particolare al Sud, e dieci giorni dopo morì all’età di 59 anni dopo lunga malattia il cantante Fabrizio De Andrè. Lo scudetto nella stagione 1998-99 se lo aggiudicò il Milan davanti alla Lazio.

   Il Napoli, nel nuovo millennio, ritornò in Serie A. Evviva!  

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   P.S. La Juventus ha vinto di più. La Juventus ha imbrogliato di più. Ecco perché odio i non colorati.

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  Il 25 luglio 2006, fu una della date più forti e significative del nostro calcio, per via del terremoto sportivo mosso calciopoli: la Juventus, prima volta nella sua storia, venne retrocessa in Serie B.

   Dopo diversi giorni di dibattiti, le varie decisioni vennero prese dalla Corte Federale, presieduta da Piero Santulli, una sentenza che si arricchì anche di altre importanti penalità

   Al club bianconero, oltre alla retrocessione, gli venne revocato lo scudetto del 2004-05, la non assegnazione del titolo 2005-06 e 17 punti di penalizzazione da scontare in cadetteria.

   A farne le spese di questo terremoto non fu solo la Juventus, ma anche altre squadre, come il Milan fu che costretto a pagare un conto molto salato.

   Classificatosi secondo, fu retrocesso al 4° posto, e i rossoneri furono costretti a disputare un preliminare di Champions League, in più gli furono inflitti 8 punti di penalizzazione da scontare nel campionato successivo. Per Fiorentina e Lazio si prospettò, almeno inizialmente, una pena molto più pesante, poiché furono condannate alla retrocessione in Serie B, ma poi furono riammesse nella massima serie con 11 punti di penalizzazione per i biancocelesti e 19 per i viola. Amen.

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Conclusione di Luigi

   Come dice il titolo di questo libretto La mia vita con il Napoli. Piccola storia, ho raccontato proprio una breve storia. Avrò omesso molti momenti ed episodi sia belli che brutti che sono accaduti durante quegli anni. Avrò commesso anche degli errori e me ne scuso con coloro che avranno la sventura di leggere queste pagine. Naturalmente, detto in modo scherzoso, il mio è stato solo uno sfizio.

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.Conclusione di Rosario

   Nella conclusione precedente, mio fratello ha chiesto scusa a quelli che avranno la sventura di leggere queste pagine, per eventuali errori ed omissioni.

   Io credo invece che per coloro che leggeranno questo opuscolo, non sarà una sventura, anzi, pure se i lettori non saranno nostri parenti, sono sicuro che proveranno piacere a scorrere queste pagine dove ho cercato, dopo averne chiesto l’autorizzazione a mio fratello, di scriverci qualche cosa di mio, sia episodi riguardanti la nostra famiglia che accaduti in Italia e nel mondo nell’arco di mezzo secolo.

   Ho cercato altresì di correggere, là dove ho potuto, qualche errore di sintassi, non perché mi reputo un letterato o un maestro, ma apportando piccole varianti che, secondo la mia esperienza derivante da accanito divoratore di libri, rendessero più scorrevole la lettura.

   Spero di esserci riuscito. In caso contrario, come mio fratello, chiedo venia e concordo con lui nel dire che si è trattato, il nostro, di un piccolo sfizio.

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FINE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Curata e stampata nel Febbraio 2022

Fiorano Modenese

 

Proprietà letteraria degli autori