IL MIO UOMO D’AFFARI

   Non ridete, o lettori; non fate le grosse maraviglie se anch’io, povero scarabocchiatore d’insulsi articoli, e che tiro innanzi la mia vita come si tira innanzi un giornale, anch’io mi vanti di aver UN UOMO D’AFFARI. E perbacco! bisogna almeno salvare le apparenze, bisogna aiutarsi coi titoli ampollosi e con gli AGGETTIVI quando manca il SOSTANTIVO. Sissignori, crepino gli invidiosi, ma io voglio tenere il mio UOMO D’AFFARI. Come testé vi ho detto. E come sapete benissimo, io sono GIORNALISTA, cioè vivo alla GIORNATA; ed in questo posso estimarmi avventuroso, imperocchè conosco parecchi miei colleghi che vivono in ogni due giorni: vi sono però certe giornate in cui ho bisogno del mio UOMO D’AFFARI. Innanzi di dirvi la cagione di ciò, credo mio dovere abbozzarvi il ritratto di quest’UOMO, il quale se fosse vissuto un poco prima avrebbe dato occasione a Walter Scott, di scrivere un altro romanzo o a Molière un’altra commedia – Il mio uomo ha varcato di qualche lustro i 40 anni, è alto, complesso, e la sua fisionomia (se ne avesse una) sarebbe non brutta. Quando io lo conobbi, egli giacea perduto e avvilito in una bottega di sarto: io fui il primo a conoscere il suo GENIO per gli affari, e lo trassi di là per spingerlo a più alti voli. Egli ha tutte le doti e le qualità richieste per un ottimo ESATTORE; paziente come il somaro, freddo come un moscovita, incorruttibile e fedele come un cane, camminatore instancabile come un cammello, insinuante come la volpe, immancabile come l’usciere. Mandato da me in ogni fine del mese dal Direttore di questo giornale, il mio uomo di affari non dorme, non mangia, non beve se prima non ha adempito alla sua missione di trarre cioè dalla tasca del prelodato direttore il compenso della mia compilazione. Dotato di ottima salute, il MIO UOMO non si lascia intimidire dall’acqua, dal freddo, dal sole, e, neanche dai fulmini. Fedele al suo incarico egli è l’ombra di chiunque ha la disgrazia di essermi debitore. Vada pure al capo del mondo, si ficchi nelle visceri della terra, o si libri aerostaticamente nell’aria, il mio debitore potrà essere sicuro di avere sempre vicino il mio UOMO DI AFFARI – A differenza degli altri esattori, il mio uomo essendo dotato di un genio particolare per queste cose, è sempre officioso, pieno di cerimonie e di belle parole; egli adula, lusinga, o si tace tenendosi sempre ad una rispettosa distanza, e non si accosta che per istendere la mano; si contenta di tutto, purché senta risuonar sulle palma qualche moneta: si deve aspettare che un galantuomo snidi da qualche parte, lo aspetterà un mese, un anno, un secolo se fa d’uopo, senza dar segno alcuno d’impazienza o di noia – Quando vedete in qualche sala o vicino ad una porta un uomo dal lungo soprabito, dal lungo cappello, dalle lunghe gambe, dal lungo naso e dal lungo sguardo, dite pure senza tema di errare: questi è l’uomo di Mastriani.

   Col capo curvato sul petto, egli sembra immerso in profonda meditazione; ed infatti un pensiero unico, esclusivo occupa la mente di quell’uomo in quel momento, il modo come cavar denaro dalla tasca dei più cattivi pagatori – Quando il mio uomo ha adempito alla sua commissione, viene a me con le mani in tasca, e prima di consegnarmi la moneta mi fa, dieci o dodici volte senza prender fiato, il racconto minuto ed esatto di quando ha detto e operato, senza omettere le più fertili circostanze! Il suo sguardo ordinariamente morto si anima soltanto in tali momenti. Egli suole da sé medesimo compensarsi, perché ritiene dal denaro che riceve per me quella parte che gli è necessaria pei suoi bisogni del giorno – Quest’uomo è giunto col suo genio a slanciarsi nientemeno che nella giornalistica; udite come. Il direttore di questo giornale disperato di vedersi sempre d’intorno il MIO UOMO D’AFFARI, risolvette attaccarselo per sempre alla cintura, e far patire agli altri quello strazio che soffriva egli; lo nominò quindi DISTRIBUTORE DEL SIBILO!! Ecco dunque il mio uomo d’affari che ha nelle sue mani il destino del foglio, e mille uomini (i poveri abbonati) da perseguitare con la sua inevitabile presenza. Fu certo una celeste ispirazione di nominar DISTRIBUTORE quell’uomo noto espressamente per far gettare dalla finestra chiunque ha la disgrazia di esser in ritardo di pagamento.

   Il MIO UOMO D’AFFARI… ma… eccolo… egli giunge, sta vicino a me tristo e silenzioso… Ti comprendo brav’uomo, il tuo silenzio è loquace… Domani tornerai al tuo posto… Vico Corrieri a S. Brigida num. 25

                                                        FRANCESCO MASTRIANI