Ecco un nuovo fatto da aggiungersi a tanti altri per giustificare la necessità di riformare la colpevole leggerezza con la quale, in un gran numero di paesi, si dà sepoltura ai morti. Se una donna appartenente alle classi più elevate della società ha potuto essere vittima di sì spaventevole errore, quanti errori simili non sono più facili e non debbano essere più frequenti nelle famiglie povere?
Ne’ primi di ottobre morì in Roma Amelia Barbieri, moglie del conte Bennicelli, con sospetti di cholera asiatico. Dopo grandioso funerale, il cadavere fu depositato al Campo Santo per essere poscia trasferito nella chiesa dei padri della Maddalena, allorché sarebbe stato pronto un monumento, che a tal uopo fu ordinato. Ultimato nei passati giorni, si scoperse il cadavere, e deplorabilmente, dalle tracce che presentava si ravvisò che quella infelice, quando fu incassata, non era morta. Le mani le aveva scomposte e morse dalla disperazione, il volto lacerato, i capelli disciolti e strappati, la cassa forzata ed i nervi contratti dalla violenza sostenuta. Quella infelice, già cagionevole di salute, era stata sorpresa di male repentino, e non dando più segni di vita, fu creduta morta, e, stante i sospetti contagiosi, allontanata con poca precauzione (Indipendente).
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Francesco Mastriani
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Fu pubblicato sul giornale La Domenica il 24 febbraio 1867