I ROMANI A GARIBALDI
È questo il titolo di un Inno dettato dallo studente Boccia Gioacchino – pieno di fuoco – e scritto con bello stile.
Il Boccia ha avuto per questo Inno la seguente lettera da F. D. Guerrazzi.
«Giovane,
«Perché avrei dovuto non accogliere per grato il vostro Inno! Quando non avesse altro merito, che essere uno sfogo di cuore innamorato della virtù, basterebbe perché mi dovesse tornare accetto. Costanza, figlio mio; questa è qualità che più manca al tempo. La più parte degli amici si lasciarono prendere, e voltarono. L’agonia dei beni terreni inchina le anime alla terra: procurate restare indipendente e forte; mantenete pure le mani e l’anima se volete diventare sacerdote dell’avvenire. Guerra allo squarquoio, corrotto fino al midollo, dai capelli fino all’ugna dei piedi.
Addio: state sano.
Li 12 agosto 1867
Affezionatissimo
- D. Guerrazzi».
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UN BUON COLPO DI MARTELLO
Leggesi in un carteggio romano dell’Opinione:
La carica di un camerlengo di Santa Chiesa vaga per la seconda volta sotto Pio IX; e, siccome è uficio del camerlengo alla morte del Papa di bussargli il capo con un colpo di martello, il santo Padre si sta occupando di scegliere un altro cardinale che meni il suo colpo con discrezione, e ancora non ha risolto. L’antecessore di Altieri, cardinale Riario Sforza, morì con allegrezza del Papa, il quale sopportava mal volentieri che egli andasse vantandosi di aver imparato appuntino il cerimoniale del martello. Altieri è morto con suo dolore perché si era protestato di non volere mai imparare un tale cerimoniale.
FRANCESCO MASTRIANI