CRONACA DELLA SETTIMANA. 24 FEBBRAIO 1867

   L’onorevole deputato Generale Arnulfi, nello esporre il suo progetto finanziario, fece sentire nella Camera le seguenti generose parole, che riportiamo ad onore dello egregio cittadino:

   «I proletari devono avere almeno un palmo di terra da coltivare, onde mantenere le loro famiglie. Conviene riparare alle miserie del popolo. Il male è al colmo; il rimedio deve essere pronto o giungerà troppo tardi. Conviene combattere la miseria. Le cose come stanno non possono durare. »

   Non facciamo comenti a queste parole intese a dare l’iniziativa ad una grande riforma sociale, richiesta dalle supreme leggi umanitarie e dagl’imperiosi bisogni della nostra civiltà.

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   Tra gl’Istituti che godono più bella fama in Napoli dobbiamo annoverare l’Istituto e Convitto Cuomo, dove agli studi elementari, letterarii, classici, di matematiche e filosofia, si aggiungono le più nobili lingue europee e le arti belle. Il direttore, zelantissimo della buona istruzione non meno che della educazione fisico-morale religiosa dei suoi allievi, pone ogni cura perché tutto risponda a questo duplice obbietto.

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   Lunedì sera, il Prefetto marchese Gualtiero apriva le sue sale ad una festa da ballo. Non sapremmo darne i particolari a’nostri lettori, dappoichè non bazzichiamo nelle aule governative.

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   Circa 300 benemeriti sacerdoti interdetti, che col sacrificio de’loro più vitali interessi sostengono fermamente la loro cittadinanza italiana contro le retrive ingiunzioni delle Autorità Ecclesiastiche, meritano che il governo ed il paese tengano conto di questi nobili sacrificii. D’altra parte, non è proprio uno scandalo il vedere difettar di mezzi di vita questi coraggiosi ministri del tempio sol perché vogliono essere buoni cittadini italiani?

  

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   Nella scorsa settimana, la moglie di un Pietro V…, il quale rendette nel 1848 non pochi servigi alla causa della libertà, porgendo il seno al bambino lattante, si accorse che, invece di latte, dalle mammelle fluiva sangue!.. Erano due giorni che la disgraziata madre non avea preso alimento di sorta veruna!

  

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   Lunedì, verso le quattro pom., un casi deplorabilissimo ebbe luogo, che contristò quanti sono adoperati nell’Amministrazione delle nostre ferrovie. Un giovine e valente ingegnere della ferrovia veniva miseramente stritolato da una macchina che serviva al trasporto del materiale, e della cui partenza non si era forse dato il solito segnale, l’infelice fu menato al sera all’Ospedale de’Pellegrini.

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   Dobbiamo una sincera stretta di mano al nostro confratello Il Compare, giornale che si pubblica ogni giorno, e che costa la tenuissima moneta di due centesimi. Benché di piccole mole, questo giornaletto merita che sia letto e incoraggiato per la sua pregevole compilazione. Facciamo voti risorga nel nostro paese la stampa letteraria, che le preoccupazioni politiche hanno già troppo tenuta in disparte.

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   Il Commendatore Giovanni Cappellari della Colomba, Direttore Generale delle Gabelle, è stato nominato Consigliere di Stato. La famiglia gabellaria ha accolto con ineffabile gioia la inaspettata notizia della promozione del suo capo, ch’era ormai tempo si fosse mandato a cure più tranquille.

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   Martedì, nelle ore vespertine, il Borgo S. Antonio Abate fu teatro di un fatto sanguinoso. Un antico birro di polizia, venuto a contesa con un suo compagno, gli piantava un coltello nel cuore ed il lasciava all’istante freddo cadavere.

  

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   Domani, domenica, il circolo musicale Bonamici darà una grande accademia nella sala di Monteoliveto, a favore delle classi bisognose. Siamo sicuri che i nostri concittadini risponderanno con numeroso concorso a questo nobile pensiero del direttore Bonamici.

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   Sentiamo che circa 120 impiegati della disciolta Direzione Compartimentale del Tesoro, appena 30 sono rimasti negli stralci: tutti gli altri sono stati messi a disponibilità. Sempiterna gloria a chi inventò questa cara legge della disponibilità

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   La mercé dell’avvedutezza dell’Ispettore di P. S. della Sezione Porto, è stato assicurato alla giustizia un certo Raffaele di Pietro nell’atto che si accingeva ad imbarcarsi alla volta di Costantinopoli. Era un falsificatore di moneta turca.

                                                                                               FRANCESCO MASTRIANI