Nel vico Ferri Vecchi n. 24, alla Sezione Pendino, ci è la bottega di un tintore. Il tubo fumario che dallo interno della bottega sporge allo infuori è spezzato a metà in guisa che l’esalazione delle tinte che ivi si manipolano spandono tale puzza ne’dintorni che in certe ore del giorno quei vicini abitanti sono travagliati da spasimi di testa intollerabili. Ci badi l’onorevole signor Vice-Sindaco di questa Sezione.
Come del pari richiamiamo l’attenzione del prelodato Vice-Sindaco su i cinque friggitori di baccalà fritto che si veggono schierati lungo la strada Candelai e sul sesto friggitore nel vicoletto dell’Ormo n. 7. È superfluo il dire quale immenso danno arrecano alla salubrità dell’aria le agre esalazioni che emanano dalle padelle di questi friggitori.
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Ritorniamo a pregare il Vice-Sindaco della Sezione Avvocata perché allontani dal fondo Avellino quella mano di oziosi e impertinenti monelli che si abbandonano colà ne’dì festivi ai giuochi delle bocce, facendo tale chiasso da stordirne i vicini abitanti e soprattutto quelli che hanno tolto in fitto i quartieri del palazzo Russo ivi recentemente costruito; nel numero dei quali pigionali abbiam noi stessi l’onore di appartenere.
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Martedì le donne accolte nell’ospizio di S. Francesco di Sales, ad imitazione di quelle rinchiuse nel Reale Albergo dei Poveri, si sollevarono a vera sommossa. Sentiamo che un gran numero di queste donne abbian preferito la miseria alla carità dell’Ospizio.
Ignoriamo i fatti che han dato origine a questa sommossa femminea; ma non mancheremo d’informarcene perché la nostra Cronaca non manchi di un fatto di tanta importanza.
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Pare che l’invenzione dei tunnels si debba alle fiamme amorose dei monaci e delle monache – Si è fatta ultimamente una importante scoperta, che può servire sempre più alla edificazione de’fedeli credenti.
Nello scavarsi le fondamenta per un nuovo edificio su quel punto del Corso Vittorio Emanuele che risponde al convento delle Orsoline, si è trovato un tunnel in tutte le regole d’arte, il quale metteva in comunicazione il detto convento col monastero dei frati di S. Nicola Tolentino. Pare che le monacelle di S. Orsola avessero così trovato il modo di rendere meno noioso il loro ritiro dal mondo, per cui venivano qualificate le sepolte vive.
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Un poveruomo che soffre di distrazioni entrava ieri l’altro in una casa del Vico Tre Re credendo di entrare nella propria abitazione. Fatto sta che le persone che erano nella casa dove si ficcò il distratto non ebbero molta fede nelle proteste che questi faceva di avere per isbaglio scambiato il domicilio; e, credutolo un industrioso di quelli che adottano il moderno sistema di doni forzosi, lo accopparono in modo che Dio sa per quanti giorni dovrà stare in letto il povero diavolo. Questo salutare avvertimento lo guarirà per sempre dalle sue distrazioni.
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Una Luigia Lautieri, dimorante nel Vico Fontana dei Serpi al Pendino, usciva lunedì mattina a primissima ora con una sua figliuola adottiva per fare alcune spese al mercato. Ritiratasi dopo qualche ora, trovò che i ladri le aveano risparmiato l’incomodo di aprire la porta di casa. Entrata nella sua abitazione, fece la dolorosa scoperta che gli amici l’avevano sbarazzata di lire 212.50 in contante, di tre pezze di mussolina, d’un crocifisso d’argento (che quei divoti avevano forse involato per averlo presente nelle loro preci), d’una secchia pure d’argento, di cinque vesti e di tre scialli.
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Sentiamo che i tabaccai non vogliono riceversi carta-moneta in pagamento dei generi che vendono, adducendo che essi debbono versare moneta di bronzo. Non facciamo commenti.
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FRANCESCO MASTRIANI