I nostri popolani non intermisero di festeggiare co’soliti baccanali la notte dell’8 settembre; ed il più strano si è che non mai come in questo anno eglino si abbandonarono ai più deplorabili stravizzi, quasi a cinica disfida della dominante epidemia. A quali tristi riflessioni non debba indurre un tale stato di selvaggio epicureismo!
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Nella strada Regina Coeli una giovane madre di famiglia, avendo già venduto tutto quanto ella possedeva in casa per alimentare i figliuoli, vendeva giorni fa le sue lunghe e belle trecce, dalla cui vendita ricavava poco meno di quattro lire.
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Mercoledì scorso, un cadavere fu visto galleggiare sul mare cappo la banchina della Vittoria: una fune gli cingeva il collo, e per essa fu tratto a S. Lucia, dove fu lasciato esposto per un buon pezzo.
Nel cadavere fu riconosciuto un capitano del 19° fanteria, a nome Bezzolari, appartenente al Comando Generale della Divisione di Napoli. Pare ch’egli fosse stato indotto a darsi la morte per essersi appropriata la piccola somma di lire 1,700. Egli lasciò una lettera a sua moglie, per esortarla ad allevare a modo il figlioletto, in guisa da ispirargli sentimenti di onore e di virtù: aggiungeva di essersi data la morte, non per la tenue somma che si era appropriata, ma perché da questo fatto veniva intaccato il suo onore.
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Da dieci a quindici persone vengono giornalmente pugnalate in questo paese e trasportate all’ospedale dei Pellegrini. E con tutto questo, martedì scorso ci piombarono addosso un’altra buona mano di camorristi.
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Il Prefetto di Napoli Generale Durando ha nominata una Commissione composta dai signori Prof. Sebastiano de Luca e chimici Ranieri e Margotta per sorvegliare le fabbriche di gassose, di prodotti chimici, di birrerie, ad oggetto di tutelare la pubblica salute dalle adulterazioni di ogni sorta che queste bevande possono patire.
Raccomandiamo alla prelodata Commissione di sorvegliare anche i vinai, potendo riuscire dannosissima questa bevanda allorché è adulterata da venditori avidi di guadagni.
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Sentiamo il debito d’inserire nelle nostre colonne il seguente articolo del Pungolo:
«Uniamo anche noi la nostra voce a quella di altri giornali per interessare la carità cittadina a pro’di una sventurata famiglia, il cui capo, certo Andrea de Luca, torcoliere, abitante in un basso alla strada Cisterna N.° 1, attaccato dal cholera, veniva l’altro ieri menato all’ospedale.
Non può immaginarsi miseria maggiore della famiglia di quest’uomo, composta dalla moglie e di sei figli tutti rachitici ed in tenera età. In quella povera stanzuccia sono più i giorni che si digiuna, di quelli che si ha un tozzo di pane.
«Ora che l’infelice capo di famiglia non v’è più, chi penserà a quei disgraziati? Nessuno che noi sappiamo; e noi li raccomandiamo caldamente non solo al Vice-Sindaco di quella sezione, ma ancora alla commissione di beneficenza, a chiunque senta una compassione per gli orfani che non hanno nessuno per loro.
«È questione poi anche di salute pubblica, perché nulla di più facile che il morbo trovasse da mieter vite in quella famiglia, dove si difetta pur del pane, e si allargasse così la malsania».
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Martedì, dalla P. S. e precisamente dal Delegato sig. Rosuati furono sorpresi alcuni facchini mentre trasportavano denaro da una Cassa della Tesoreria in un negozio di cambiavalute per riscuoterne l’aggio. Il Questore prosegue con solerzia nelle investigazioni.
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La nuova commedia del signor Ludovico Muratori col titolo Un compagno d’arte, data su le scene del Fiorentini, ha avuto uno dei più brillanti successi teatrali di quest’ anno. Ci congratuliamo coll’egregio autore, il cui nome era già per se stesso una malleveria della felice riuscita del lavoro.
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Finalmente, dopo tanti nostri reclami per rimuovere le lordure e i rottami che ingombrano il fondo Avellino, leggiamo nel giornale il Pungolo che la Commissione Municipale di Sanità, dietro proposta dell’egregio Segretario sig. Ludovico Pascale, richiama l’attenzione del Vice-Sindaco della Sezione Avvocata, e lo prega che voglia allontanare quel grave inconveniente. Speriamo che il sig. Vice-Sindaco dia ascolto alle preghiere della Commissione. Ne riparleremo finchè non vedremo all’intutto rimossa quella lurida Pompei.
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È venuto testè a luce un opuscolo del sig. Federico Criscuolo col titolo La donna nella storia del dritto. L’importanza di questo lavoro c’impone l’obbligo di leggerlo con premura e darne ragguagli a’nostri lettori; ciò che faremo in uno dei prossimi numeri di questo giornale.
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La drammatica compagnia diretta e condotta da Gaetano Woller ha inaugurato su le scene di S. Ferdinando un corso di recite con la Statua di Carne del Ciconi e con la Colpa vendica la colpa di Giacomelli. In tutte e due queste produzioni ammirammo la distinta Eloisa Glech che ha fatto rapidissimi progressi. Nella prima produzione specialmente ella riscosse vivi e frequenti applausi, per aver sostenuto assai bene il carattere di Noemi Heller.
Il Giovanni Contini meritò il pubblico suffragio nella parte del Conte Paolo di Santa Rosa, che disse con molta verità. Bene lo Strini ed il Russo, così nell’uno come nell’altro dramma: bene anche il Guarini. – Nella Colpa vendica la colpa avemmo occasione anche di scorgere nelle sorelle Emilia e Margherita Gori due distinte attrici che recitano con naturalezza e disinvoltura.
Speriamo che le sorti di questo teatro sieno più prospere che per lo passato, e che la compagnia del sig. Woller incontri sempre più il pubblico favore.
FRANCESCO MASTRIANI