Riceviamo dall’egregia signora Giulia Caracciolo Contessa Cigala, rappresentante del Comitato napolitano per la emancipazione delle donne italiane, una gentile lettera d’invito per la nostra cooperazione ad ottenere dal Parlamento italiano l’approvazione della Proposta-Morelli, tendente alla grande riforma sociale della emancipazione della donna dal civile servaggio in cui finora è stata tenuta con sì grave danno del progresso umanitario e con sì enorme conculcazione dei diritti che competono a questa nobile e cara porzione del genere umano. Ringraziamo di vero cuore la patriotica dama Giulia Caracciolo e il comitato prestantissimo, di cui ella è rappresentante, per l’onore che ci vien fatto e per la lusinghiera fiducia in noi riposta di concorrere colla nostra opera alla effettuazione di sì grande riforma del nostro Codice Civile. Ci onoriamo di essere tra i più caldi fautori di questa riforma.
Nelle nostre pagine mettemmo sempre in evidenza gli alti destini a cui volle Iddio elevata la donna, innalzandola fino al tipo sublime di Colei che schiacciò il capo al principio del male; e combattemmo le ingiustizie sociali che pesano su questa compagna dell’uomo, della quale il Nazzareno ruppe le obbrobriose catene. Veggiamo ai nostri tempi l’assurdo spettacolo di donne che regnano su civili e libere nazioni; mentre dall’altro lato si negano alla donna i diritti civili e politici come ai facinorosi o agl’idioti. Seggono di presente sui troni costituzionali d’Inghilterra e di Spagna la regina Vittoria e la regina Isabella; mentre ne’ loro Stati le donne sono ancora schiave bianche, prive di ogni vita pubblica, tranne quella che lor procaccia la più deplorabile delle umane degradazioni.
Nel N° 33 di questo nostro periodico riportammo, da noi tradotti dall’inglese, alcuni brani del discorso di J. S. Mill, nella tornata della Camera inglese, riguardante il dritto di votazione estensibile alle donne. Siamo sicuri che presto o tardi le legislazioni civili europee saranno modificate da questa essenziale riforma che segnerà una grande epoca nella storia delle civili nazioni. Speriamo che l’Italia sia tra le prime a dare l’esempio.
Nel nostro nuovo lavoro storico-sociale col titolo Le Ombre, ci proponiamo di mettere in rilievo questo gran fatto umanitario, cioè: La Donna schiava condannata alla gleba del lavoro dalla civilissima Europa, e lasciata a scegliere tra il martirio della virtù o la degradazione della specie.
Invitiamo tutte le donne che sentono la dignità della loro alta destinazione a coprire di firme le schede che debbono appoggiare la Proposta-Morelli al nostro Parlamento nazionale. Faremo pervenire al Comitato napolitano i nomi delle signore che vogliono mandare al nostro ufficio le loro firme di adesione.
FRANCESCO MASTRIANI