La via della vita vuole franchezza e destrezza, ingegno fino e faccia che non vergogni! Va; ti cerca il vitto col tuo ingegno; fonda la tua fortuna con le tue mani; viaggia per ogni via, mettiti per ogni mare, riposa dentro ogni giardino, ed attingi l’acqua ad ogni fontana.
NON TI PRENDA LA NOIA GIAMMAI: ma dov’è il bisogno, ivi poni, adopra, e dura ogni sforzo. CHI CERCA TROVA E CHI SI AFFRETTA È GIUNTO.
Saresti lo stoltissimo tra i viventi, quando godessi nel darti a pigrizia. Perché pigrizia ha insegnato assai mali; e al suo fianco ha gli affanni; nel pegno ha le chiavi della miseria, e la semenza di ogni dolore: e la segnano le anime dei vigliacchi e di quanti fidano altrui la cura di se stessi e di loro cose… È bisogno il mostrarsi ardito e sicuro anche davanti la faccia dei leoni, perché l’ardire dell’anima vince ogni battaglia, da forza alla voce, acquista gioia ed onore, e tragge l’uomo nella superba altezza della fortuna; mentre la paura compagna sempre all’accidia toglie l’animo ai mortali, li fa tardi alle opere, recide il filo delle loro speranze; di qui il proverbio che dice: L’audacia ha regno e disperanza il vile.
Per le quali cose tu sorgerai mattutino siccome corvo, griderai come rana, seguirai il lupo nelle arti, e nelle brame il cignale; e sarai cupido qual cervo, destro qual volpe, sofferente quasi cammello, vario come la coda de’colombi, quando tutta si muta sotto l’occhio del sole… e vivi contento ad ogni dono quantunque scarso, e rendi grazia per un nulla. Né ti sgomentino le ripulse, né perdere mai la speranza nella pietà del cielo.
Quando ti fosse dato lo scegliere tra un picciolo grano che ti si porge e una grande perla che ti si promette, scegli il piccolo grano. Godi prima del giorno di oggi e la dimane lasciala alla dimane.
Conviene al sapiente avere la sofferenza de’vecchi e la cortesia de’prudenti; e guardarsi dall’essere acceso dall’ira; perché sono soltanto amati gli atti soavi e cari.
L’argento non è da tenersi nelle arche; ma le spese sono da temperare con la parsimonia, onde terrai le mani né sempre sospese, né sempre tese ed aperte.
FRANCESCO MASTRIANI