«Nell’albo di vaga giovinetta trilustre, sua allieva, scrisse quest’altro sonetto» [1]
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Vaga fanciulla, il cui leggiadro viso
Sa ricercar le ascose vie del core;
Purpurea rosa colta in paradiso,
Tu sei l’orgoglio del giardin d’amore.
Due stelle azzurre splendon sul tuo viso
E tutti incanta il vivo lor splendore;
Oh quanto bella sei se ad un sorriso
Movi le labbra con gentil pudore.
Se rompe dal tuo sen caldo sospiro,
Oh colma di beltà, giovin donzella,
tu riempi l’aria di celeste spiro.
Quando le grazie ti formar sì bella,
Venere e te guardando poi, stupiro
Qual fosse madre lor se questa o quella.
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[1] FILIPPO MASTRIANI, Cenni sulla vita e sugli scritti di Francesco Mastriani, Napoli, L. Gargiulo, 1891, cap. V, pag.89