«Per quanto possa parere esagerato, è non pertanto più che vero che mio padre, nella tristissima disposizione d’animo in cui si trovava, non perdeva mai la sua vena allegra, giovanile e gioviale.
Ne giudichino i lettori dai seguenti versi da lui scritti a certe signorine che spesse volte il richiedevano di palchetti per qualche teatro.
Questi versi furono scritti nell’anno 1860» [1]
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Ecco il palco che ho promesso:
Ve lo mando pel mio messo;
Perdonate se con esso
Non vengo io, ma già è lo stesso.
Questa sera, con permesso,
Non verrò chè compromesso
Sono altrove, e proprio adesso
Mi si manda un foglio espresso;
Ma del resto, io mai non cesso
Di portar nell’alma impresso
Un amor che per voi spesso,
Schiettamente vel confesso,
Mi fa amar tutto il bel sesso.
Ah perché non mi è concesso
Di mostrarvi ad un dipresso
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[1] FILIPPO MASTRIANI, Cenni sulla vita e sugli scritti di Francesco Mastriani, Napoli, L. Gargiulo, 1891, cap. V, pag. 84