Che trista vita è quella del giornalista! Vuoi o non vuoi, soffii scirocco o tramontana, abbi o pur no la vena felice, devi tastar la penna crudele, e scarabocchiar qualche cosa in ogni quindici, dieci o otto giorni!… Avrei dovuto scriver l’articolo fin da tre giorni fa per non mancare a’miei obblighi co’ signori Direttori di questo foglio, ma non sì tosto ho preso in mano la penna per accingermi all’opera, il caldo, gli amici, il sonno, la svogliatezza mi han vinto, ed ho sempre posposto il lavoro al domani: oggi però mi veggo con l’acqua alla gola; siamo a sabato, e se non dò in giornata l’originale alla stamperia, non si può comporre, e pubblicarsi per giovedì; bisogna dunque per forza che io cavi un articolo dalle laminette del mio cervello. Che disgrazia! questa mattina più che mai sento la mano rifuggir dalla carta, sento le idee andare a zonzo per l’anticamera del cervello: che cosa scrivere? Mi ricordo che ho promesso a’gentili associati di dar loro la continuazione delle Fisiologie Artistiche, ma questi non sono articoli da mandar giù così su due piedi, e senza farsi dapprima l’esame di coscienza. Di presente avrei bisogno di un subbietto leggiero, facile, breve, che non desse troppa tortura al mio capo; chi mi suggerirà un’idea? Chi vorrà aiutarmi a trovare una varietà, una bizzarria, una novelletta, una caricatura, un costume, e fosse anche una cosa fatta e rifatta, un soggetto già trattato, un ghiribizzo d’altri tempi? A chi rivolgermi? A chi pregarne? Se io avessi l’abitudine di qualche altro del mio mestiero, saprei ben io trovare il modo di confezionar l’articolo; imperocché volete sapere come da alcuni si fabbricano le stoffe de’periodici? Il modo è semplicissimo: si prende una macchinetta letteraria francese, si volge in tutt’i versi, si fa svaporare, ed ecco nata una varietà bella e fatta con tutto il senso italiano; i più modesti si contentano di apporre le sole iniziali proprie in piedi di questi articoli a vapore, quasi volessero e non volessero rubarli, trattenuti ancora dal pungolo della coscienza letteraria; ma la maggior parte de’giornalisti predatori, più esperti e incalliti in tali magagne, appongono senza scrupolo i loro nomi e cognomi per esteso – Questo sì che si chiama progresso! Bel trovato in vero per acquistar fama e danaro! Via mò non si perda il tempo in siffatte baie! Pensiamo seriamente al modo come uscir questa volta di briga, e schiccherar qualche cosa; vediamo, che cosa potrei fare? una novella delle mie, cioè una caricatura posta in azione come quelle statuette Cinesi che muovono il capo, o girano sulla loro pancia, poste su i mobili delle modeste gallerie? Ma ora non mi si affaccia verun’idea, verun soggetto… facciamo piuttosto una varietà sul mese di luglio o sul sol leone. O cielo! che cosa fredda!! (l’articolo, spieghiamoci, non già il sol leone) Scriviamo un articolo letterario, misterioso, enigmatico, che non si capisca da nessuno, neanche da me che lo scrivo; sì, questa idea mi piace, acquisterò certo come tanti scrittori tenuti in pregio, il nome di gran pensatore, di grande ideologista; ma come intitoleremo l’articolo? Sotto qual rubrica il metteremo? Estetica? è troppo narcotica. Filosofia? è troppo vecchia. Ideologia? è troppo vasta… Abbandoniamone il pensiero, e peschiamo qualche altro soggetto più volante… L’ho trovato; scriverò un articolo di mode, improvvisando e creando io medesimo le nuove fogge, come fanno quasi tutti i 6000 giornali francesi quando hanno da riempire le colonne giornaliere destinate alle mode… Sommi Numi! E chi presterà fede a’miei dettati qualora, dando uno sguardo alla mia vestitura, si vedrà che mi vesto alla buona, alla carlona, o (volendo poetizzare il vocabolo) un po’troppo all’artistica? Che sventura! E come! Non potrò per questa mattina rinvenire il capo di un articolo! Vediamo, sentiamo, pensiamo;… è inutile… ho un bel guardare la striscia di sole che si stende sul mio tavolino, cercando un’ispirazione in que’raggi; essi non fanno che maggiormente rilasciare pel calore e snervare le fibrette del mio cervello: ho un bel stiracchiare questi poveri e melensi miei baffi; temo che invece di un articolo non ne spicci del sangue… Oh! bestia che sono! E non potrei scrivere una varietà su i baffi? E che altro potrei ora trovare di più importante e nello stesso tempo di più leggiero?… Ah! Mi dimenticavo che quel bell’ingegno di Pier Angelo Fiorentino ha scritto un magnifico articolo su i suoi baffi. Non vorrei che mi dessero la baia per avermi voluto mettere in lizza con quel fecondo e felice scrittore… Ma io ho bisogno di un articolo, cioè Il Sibilo ne ha d’uopo, perché io ho altri bisogni più urgenti e più imperiosi. Batterei questo mio capo infelice tra le mura; m’ impiccherei!… Voglio rinunziare all’arte dello scrivere; non vi è maggior tormento che il dover imbrattar la carta di cose non solide: io me ne vendico su tutti i signori associati: Ma… Oh!… Che vedo!… Cielo e terra!… Io ho scritto quasi un foglio di carta! E non è questo un articolo?.. Sì, per Bacco, gemete o torchi, gemete voi pure signori associati, l’articolo è fatto, l’ho tirato giù disperatamente, è una bizzarria, una varietà, un emetico, quello che volete voi, ma è sempre un articolo di due colonne senza interlinee: mi sento sgravato d’un gran peso;… allegramente! Ho fatto!!! questo è il vantaggio, anzi il privilegio che dà la stampa periodica a tutti i suoi cultori, di poter cioè far pubbliche e palesi in tutt’i regni le sciocchezze e le stravaganze che ci vengono in capo nel corso della settimana.
Francesco Mastriani