Questo motto ci perseguita, ci ammorba, ci spolpa, ci dissecca. Dacché il mondo si è ficcato in testa di voler ridere a forza, i letterati han lasciato di essere uomini serii, e si son dati a corpo perduto a cacciar lo spirito; e tutti ne spremono da’loro tisici cervelletti, tutti ne lambiccano; ed ecco perché lo spirito va caro oggidì.
A considerare questa sete insaziabile di spirito che tutti hanno, questo bisogno di esilararsi la milza, che afferra i figliuoli di Adamo nel 1866, si direbbe propriamente che questa è l’età felice del sempiterno riso, il secolo del divertimento a crepapancia; nel quale gli uomini contentoni e fanciulloni e piacentini non hanno a che pensare, e vogliono ridere, ridere e poi ridere!
Provatevi a scrivere una cosa seria, e sia pure il modo d’ingrassar le patate e d’insolfar l’uva, nissuno vi leggerà, neanche gl’interessati. Povera letteratura, a che sei ridotta!
All’incontro, provatevi a scrivere la cosa più ridevole del mondo, come a mo di esempio, un trattatino di estetica o filosofia tedesca, e vedrete che tutti faranno buon viso alla vostra scrittura, anche i più arrabbiati. Non ci è che fare! dopo tanti secoli or si è risoluta la gran quistione tra Eraclito e Democrito, e si è riconosciuto che questi avea ragione! Che peccato che Democrito non vive a’giorni nostri!.. Che grande umorista avremmo avuto!
Ma vediamo un poco se arriviamo a capirne niente di questa faccenda degli umori. Apriamo i dizionarii, e troviamo più o meno che la parola umore si dice di qualunque fluido, e propriamente di quelli che scorrono pel corpo umano! Ora che ci entrano le buffonerie con quel che ci scorre in corpo? forse perché un uomo che dice delle facezie e delle arguzie è un uomo di buon umore? Io non so questa barbara parola umorismo chi l’ha inventata. Possano gli umori inasprirsegli in corpo come succhi di limone!
E vediamo che cosa intendesi per umorismo. Signori, noi ci burliamo; a me piace dire le cose tali e quali le ha fatte la natura, e non mi faccio infinocchiare dalla ipocrisia delle frasi e de’paroloni esotici! Volete sapere oggidì che s’intende per umorismo? Non vi scandalizzate, o signori.
Per umorismo s’intende (scusate) quel brutto vezzo di tagliare alle spalle del prossimo. Inorpellatela come volete, infioratela col più bel garbo che vi sarà possibile, screziatela di amenità per quanto vi piace, la magagna è sempre questa, l’ossatura è la stessa, il fondo è brutto.
Non contenti di sentir male chiacchiere nelle brigate, vogliamo leggerle ancora, così per passatempo, tra l’una visita e l’altra, mentre il parrucchiere ci arriccia la chioma o ci rade la barba.
Io non so se la morale ci guadagna in questo fatto; né so se ci guadagnano le lettere; rimane da vedere se ci guadagna la cassetta.
FRANCESCO MASTRIANI