Fior di lattuga
Sotto il virgineo velo scorgo una ruga
Fior di cicoria
T’amerò, se non m’esci di memoria
Fiore di menta
Qual sei, qual fosti, e qual sarai rammenta
Fiore di fico
T’amo finchè non volto per il viso
Fior di cicuta
Sei più loquace quando più sei muta
Fior d’arancio
T’amerò se raggiusti il mio bilancio.
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Povera mamma!
Sta meglio il babbo: il parroco l’ha detto.
Mamma, non pianger; se no, piango anch’io.
Se tu il vedessi! gli hanno fatto un letto.
Come quello che fero al nonno mio,
Quando que’frati, colla torcia accesa,
cantando sel portarono in chiesa.
Se tu il vedessi, o mamma! quanto è bello!
Gli hanno allumato quattro ceri attorno.
Ha fatto un’altra faccia, e non par quello
Che tanta pena mi fe’ ieri al giorno.
Oggi egli sembra sì contento in viso,
Che gli è spuntato al labbro anche il sorriso.
L’hanno lasciato solo in quella stanza
Così remota dello appartamento!
Mamma, ho paura! Senti? In lontananza
Parmi sentire il suono d’un lamento.
Deh! vieni, o mamma! S’ei si desta e chiama,
Non troverà nessun di que’ch’egli ama.
FRANCESCO MASTRIANI