CONTRO LA RABBIA
Il signor Marochetti, chirurgo di un ospedale russo, trovandosi nell’Ukraina, fu pregato di curare più persone morsicate da un cane arrabbiato. Alcuni vecchi vennero a supplicare il Marochetti di lasciar curare quei disgraziati da un contadino che da molto tempo aveva la reputazione di guarire l’idrofobia. Questi vi condiscese riservandosi però di trattare lui stesso, una delle persone morsicate, coi mezzi ordinari da lui conosciuti, per fare una controprova.
Di quindici malati rabbiosi, il contadino ne curò 14, somministrando loro ogni giorno 750 (3/4 di litro) di una decozione di sommità fiorite di genista (ginestra tinctoria). Questi frequentemente esaminava il disotto della lingua ove dovevano formarsi piccoli bottoni contenenti il virus della rabbia. Detti bottoni comparirono infatti dal terzo al quarto giorno, i quali furono osservati dal Marochetti. Questi bottoni venivano dal contadino cauterizzati con un ago arroventato al fuoco; e dopo la cauterizzazione, questi faceva agli ammalati gargarizzare un po’di decozione della predetta genista. In sei settimane i 14 rabbiosi furono guariti; la giovine di 16 anni, trattata dal medico, allo spirare del settimo giorno di cura, miseramente soccombeva nelle convulsioni della rabbia. Tre anni dopo il signor Marochetti rivide le 14 persone che godevano ottima salute. Più tardi poi lo stesso Marochetti trovandosi in Polonia, per mezzo dello stesso trattamento, salvò la vita a 26 persone morsicate da un cane arrabbiato.
Trattandosi di una malattia terribile e ribelle finora a qualsiasi terapia, sarebbe deplorabile, che esperimenti seri e ripetuti venissero coscienziosamente e comparativamente fatti, da una commissione di cultori d’Igea onde poter constatare maggiormente le virtù anticinolissica della ginestra victoria e dell’alisma plantago (piantaso d’Eva) la radice della quale ultima, somministrata in decozione ed in pillole, venne pure da alcuni medici preconizzata come antirabbiosa e dal sig. dottore Camisola in caso di rabbia, esperimentata con felice esito, come risulta dalla sua FLORA ASTESE, e che detti rimedi non fossero posti in dimenticanza, come infatti avvenne della radice di una pianta del Nord dell’Abissinia alla quale erasi pure attribuita, somministrata in un modo particolare, la virtù di guarire la rabbia. Detta radice venne recata in Francia nel 1819 dal signor Rochet d’Hèricourt, il quale ebbe la gentilezza di trasmettere alla Regia accademia d’Agricoltura di Torino acciò venissero instituiti degli esperimenti in proposito.
A riguardo di questa incurabile malattia, leggiamo ancora nella Science pour tous, quanto segue:
L’accademia aveva ricevuto, nella seduta del 4 marzo 1861, una memoria riguardante un nuovo trattamento dell’idrofobia, che gli veniva trasmesso da Symphèropol (Crimea) da uno de’suoi corrispondenti sig. Nordmann.
Ne risulta di una nuova nota, fornita dalla figlia di M. Arendt, i giornali russi hanno citato almeno trenta casi di guarigione mediante questa cura, ch’è pure stata provata in Polonia sempre con successo.
Se questo metodo di cura fosse stato conosciuto più presto, si sarebbe potuto salvare la vita a molte persone che da alcuni anni dovettero soccombere nei più atroci dolori di questa spaventevole malattia; ma speriamo che della scienza vorranno occuparsi in sollievo dell’umanità sofferente.
BOELTI
FRANCESCO MASTRIANI