TRAMA

   Il romanzo, la cui trama è abbastanza semplice, inizia in un periodo catastrofico per la città di Napoli, nel 1631, quando ci fu una spaventosa eruzione del Vesuvio alla quale seguitò una serie di terremoti puranche disastrosi. Il popolo impaurito incarica un francescano, fra Luigi, di consultare una certa suora Stella, considerata una santa, per cercare di capire perché erano arrivati quei castighi a Napoli, e cosa fare per rimediare.   

   Fra Luigi, accompagnato da una turba di popolani tra cui ci sono un gigante sordomuto, Andrea Mangone, e un altro popolano, Farfariello, viene ricevuto dalla suora, la quale gli dice che i tremuoti in Napoli non cesseranno insino a che non sarà ritrovata una fanciulla ebrea sepolta ne’visceri della terra [1]. Il francescano chiede alla santa come fare per ritrovare la fanciulla ebrea e la suora gli dice che bisogna far parlare il diavolo; per far ciò, il frate e Farfariello si vogliono servire di una certa Gesualda, una sirocchia, una vecchia strega che vive nella Cupa di sant’Efrem Vecchio. Il frate, sempre in compagnia di Mangone, Farfariello e il popolaccio, va a recuperare la strega nel suo speco e la portano presso il Convento dei Cappuccini, dove sotto minaccia di tortura le intimano a rilevare dove trovare le spoglie della fanciulla ebrea, e la strega proferisce le parole Tre-Scale ciò potrà dire.[2] Viene quindi catturato anche lo stregone Giovanni Capuano, detto Tre-Scale, il quale insieme alla strega, viene portata dal cardinale di Napoli sua Eminenza Buoncompagni, e sottoposto ad interrogatorio. Lo stregone asserisce che non è in suo potere evocare il demonio per sapere dov’è sepolta la giudea, ma ciò si può fare per bocca di un ossesso, e aggiunge conoscer lui un energumeno che fa al loro caso. E questo ossesso vive in una solitaria campagna, nella Masseria di Lotrecco.

   L’ossesso si chiama Ermolao un giovane che vive in quella casa insieme proprio ad Andrea Mangone, al quale ha salvato miracolosamente la vita, ed essendo solo al mondo, lo aveva invitato vivere con lui. In quella casa vive da diversi anni anche Evodia, una bella e giovane ebrea, anch’essa salvata da Ermolao in strane circostanze.

   Il giovane Ermolao, il cui sogno era di arricchire, per far condurre una vita dignitosa a Evodia, alla quale aveva promesso di sposarla, è diventato ossesso per aver venduto l’anima al diavolo; in seguito ricco ci diventa, ma grazie ad un tesoro che trova nella zona dove sono sepolti i francesi di Lautrec. Diventato ossesso, Ermolao è di difficile gestazione. Viene assistito da Evodia, a sua volta aiutata in questa opera assistenziale, dal sordomuto Andrea Mangone.

   In seguito alle rivelazioni dello stregone, ancora la turba di persone, sempre guidata dal francescano e Farfariello, vanno a catturare l’ossesso Ermolao e lo portano all’episcopio, mentre Mangone resta a protezione di Evodia. Ermolao viene esorcizzato dal cardinale di Napoli, alla cui presenza viene portato anche Tre-Scale, che in carcere ha fatto fuori la strega Gesualda. Dopo essere stato esorcizzato, Ermolao accusa Tre-Scale, come il rapitore della giovane ebrea che non è morta, ma che è stata da lui salvata dalle mani dello stregone che la voleva uccidere. Lo stregone l’aveva rapita per sacrificarla al buon risultato di una ruberia. Il romanzo si conclude con la guarigione, dall’esorcismo, di Ermolao, e la condanna a morte dello stregone Tre-Scale, che viene impiccato il 3 marzo 1632 nella piazza di Carbonara. Finale a lieto fine con la conversione a cristiani degli ebrei Evodia e suo padre Tobia, e con gli sponsali dei due protagonisti Ermolao ed Evodia.

                                                                                 ROSARIO MASTRIANI 

.

[1] Francesco Mastriani, L’ossesso, Napoli,  G. Perrucchetti, 1872, vol. I. pag. 50.

[2] Ibidem, vol. I. pag. 110.