NOME DELLE STRADE DI NAPOLI

   Dalla stampa napolitana e dal pubblico si muovono lagnanze pe’fossi che s’incontrano in parecchie strade di Napoli e per lo stato in cui parecchie altre si trovano. Pria di occuparci di quanto dal nostro Municipio si è fatto e dee farsi per le strade della nostra Napoli, ci piace di rammentare a’nostri Consiglieri Municipali certi nomi che stanno ancora appiccati su lo sbocco delle strade, de’viottoli, de’ronchi e de’chiassuoli di questa ormai così bella e nobile parte d’Italia.

   Noi non siamo di quelli che gridano sempre Crucifigetur, che che dal governo e dal Municipio si faccia. Se in sei anni non si è fatto tutto quello che si potea e dove a fare, pur qualche cosa si è fatta: Napoli non è certamente quello ch’era nel 1860. Ma oh quanto resta ancora da fare!

   È probabilissimo che i diversi  Consigli che si sono succeduti dal 1860 in poi a regolare le faccende del Municipio non abbiano mai avuto il tempo o il pensiero di occuparsi de’nomi delle nostre strade, però che a cose di assai maggiore importanza dovettero por mente: od anche è probabile che non abbiano mai avuto l’occasione di passare per certi vicolacci per leggervi impressi da parecchi secoli certi nomi che la ferocia de’nostri padroni di ogni favella avea saputo loro trovare per metterci continuamente al cospetto della nostra schiavitù e degradazione.

   Primamente, non sappiamo spiegarci perché si è voluto mantenere nell’arteria aorta di Napoli quello schifo della parola Toledo, che è un perpetuo sputo su i nostri visi da quella buona lana di Don Pietro, Viceré di Carlo V. che fece tante e tante belle cose che non occorre qui  rammentare. Toledo è il marchio della nostra schiavitù stampato proprio nel cuore della nostra città: è il monumento innalzato alla tirannide viceregnale; è il biglietto di visita lasciatoci, attraverso i secoli, dalla Inquisizione di Spagna, dolentissima di non averci potuto onorare di persona. Speriamo che questo nome venga presto cancellato dalla strada principale della città nostra; e che all’abborrito e maledetto nome di Toledo si sostituisca quello, per esempio, di CORSO AMEDEO, che ricorda il fondatore della gloriosa STIRPE DI SAVOIA.

   Chiaja è una sconcia e barbara corruzione del Playa (spiaggia) spagnuolo. Perché non dare a quella strada la sua naturale denominazione di Strada della Villa nazionale?

   Ahi! Ahi! Ecco un’altra lunghissima strada che da Toledo mena dritto all’edifizio di Castel Capuano. O Dio, che il nome di questa strada ti chiama a mente gli aborriti nomi di Speciale e Vanni; Forcella, alias piccola forca! Ecco una delle tre F., con cui Ferdinando IV. dicea doversi governare i suoi popoli, stampata su una delle principali arterie laterali di Napoli. Presto, signor Municipio, cassa, cassa presto questa ignominia che ricorda Mastro Donato e gli afforcamenti borbonici. Né può cader dubbio su la origine della denominazione quando si pon mente che da questa strada si va al Mercato, luogo consueto dove si rizzava il palco di morte. Se tu ci togli la parola Forcella, noi ti promettiamo che faremo sparire dal nostro vocabolario domestico anche la parola forchetta, a cui sostituiremo qualche altra di meno sanguinosa etimologia. Che diascine! seguiteremmo a ricordarci della forca proprio quando stiamo a tavola? Si cambi quel nome di Fosse del Grano, dal momento almeno che non ci saranno più fosse in quel sito. D’altra parte, perché conservare i nomi quando non si conservano le cose? Si cambi quel Mercatello che snobilita quella bella piazza. Bisogna che respondant rebus nomina.

   Ora vogliamo citare qui l’un dopo l’altro tutti quei nomi di strade e di vicoli che ci si affacciano alla memoria, e che han d’uopo di essere assolutamente mutati, perocchè o sono vestigia funeste di straniera gente, o ricordi di tirannia o al manco nomi triviali, indecenti, non italiani. E qui ci protestiamo che molti nomi ci sfuggiranno dalla memoria, avvegnachè ci studieremo di seguitare in questa nomenclatura un ordine alfabetico, perché meglio si possano ripresentare alla nostra mente.

   Vico Belladonna (e ce ne sono tre, due a Chiaja e un altro al Ponte di Tappia). Forse qualcuno di questi tre vichi accoglieranno brutte donne; ed ecco un cattivo scherzo. Oltre a ciò, la oscena origine di questi nomi vuole che sieno tosto cancellati. Ma vuoi di più? Or bene, poco discosto dal Vico Belfiori e Belle donne, ci è un vicoletto che si chiama Vicoletto Belliuomini! O Municipio di Napoli, bada che gl’Inglesi portano sempre un dizionarietto in tasca. Ben fece il Municipio a cancellare l’infame Vico Birri a Toledo; ma ci è un altro Vico Birri a Carbonara presso l’Orticello, ch’io non credo sia stato ancora cancellato. Per tutte le potenze dello inferno, ci volle proprio la più pecorile rassegnazione per sopportarci in pace certi marchi d’infamia stampati su le nostre vie. Come non  arrossava un uomo onesto a porre su la sua cartellina  da visita, per esempio: N. N. Ufficiale di MinisteroVico Birri N.° ‒ E il Vico Bisi? Non potevamo uscire da’birri, dalle forche e dagli appiccamenti.

   Veniamo al C. ‒ Un Vico Calascione, tre vichi Calderari, due vichi Calzettari, tre vichi delle Campane, tre vichi Canale e due Canalone, fondaco Candelari, vico de’Candelari, e via Candelari al Pendino; sette Carminelli, cioè Supportico del Carminello a Piazza del Mercato, Vico I e Vico II del Carminello a’Mannesi, Vico Carminiello a Chiaja, altro Vico Carminiello ai Mannesi, un Vico Carminiello al Mercato e il Vico Carminiello a Toledo; fondaco I° II° e III° Casanova, Strada Casanova e Vico Casanova – Quattro vichi del Cavalcatore, luoghi osceni ed infami ricordi: otto Cavoni, cinque Gelsi ed una Casapiccola; sette Chianche; e poi Largo Concordia, Salita Concordia, Strada Concordia e Vico Concordia. Ed eccoci a’Conti di viceregnale memoria, Conte di Mola, Conte Olivares, Conte Piatti (fondaco). Cinque vichi della Corsea; Croci e Crocelle e Crocifissi a diluvio. Nientemeno che dieci Vichi Duchesca infilzati l’uno appresso dell’altro; un mondo di Fontane e Fontanelle.

   Aspettate; ci era una strada che si chiama Strada Galera che mena alle rampe di S. Lucia al Monte; ci è la Giudecca grande e la Giudecca vecchia e la Giudeschella; dove oggi dovrebbero abitare tutt’i padroni di casa. Ci abbiamo una Grotta della Marra, una Grotta di Mastrodatti, una Grotta di S. Sepolcro, un Vico Grotta a S. Lucia, un Vico Grotticella, un Grottone e un Vico del Grottone. Insomma, quando erasi trovato un nome, si cercava di variarlo in tutta la scala semitonata dei peggiorativi, vezzeggiativi o accrescitivi, come Imbrecciata e Imbrecciatella, Maddalena e Maddalenella, Marina e Marinella, Noce e Nocelle, Orto e Orticello, Pace e Pacella, Papere (fondaco) e Paparelle, Paradiso e Paradisiello (A che pensavano i preti quando lasciarono correre di simili strafalcioni di eresie), Pergole e Pergolelle, Rosario e Rosariello!

   Bisognava che ci avessero anche infranciosate le strade! Come suonano bene all’orecchio quel Rua Catalana, Rua Francesca!

   Ci sono poi un gran numero di strade e di vicoli, i cui nomi sono una perfetta antitesi e una spiccata ironia. Chiamar, per esempio, Vico del Sole un vicolo dove i raggi del sole non penetrano mai in tutt’i dodici mesi dell’anno; Chiamar Salita degli Studii quella salita che mena dritto alla Infrascata, dove meno si studia in tutta Napoli; addimandar Supportico della vita quello che dir si dovrebbe piuttosto Supportico della morte, avere il coraggio di dare il nome di Politi a quattro schifosi vicoletti, dove si raccolgono tutte le immondizie della sezione Montecalvario; chiamare Strada della Sapienza quella che mena dritto agl’Incurabili! Chiamar Fondaco del divin amore un fondaco dove… Oh! sacrilega bestemmia!

   Tutte le migliaia di Santi che sono in cielo hanno ciascuno la sua strada o il suo vicolo in Napoli. Sterminato è il numero delle strade e de’vicoli che sono sotto il patrocinio di un Santo. Anche a Torino, ci si dice, ogni vicolo è intitolato a un Santo. Oltre del Vicoletto de’Santi, del Supportico de’Santi a Portanova, del fondaco Santità, del Vico e del Vicoletto di Tutti i Santi, ci abbiamo nientemeno che la cifra di trecentoventiquattro tra strade, stradelle, piazze, vicoli e supportici che prendono i loro nomi da tutt’i Santi d’ambo e sessi, che sono in paradiso, e da tutti gli angeli ed arcangeli.

   Vogliamo chiudere questo rapido cenno col porre sotto gli occhi de’nostri lettori, alla rinfusa, un elenco di graziosi nomi di strade, di vicoli e supportici qui in Napoli:

   Vico Marioli, Vico de’Pallottinai, vico Maria Mondezza, Vico Maestro-Carluccio (celebre ruffiano), Vico Barbetta, Vico Barre, Vico delle Zite, Vico delle Zingare, Vico Vinella, Vico Piscicelli, Vico del Trufolo, Vico Tarallari, Fondaco Tentelai, Vico de’sospiri, Vico Sorci, Vico sospirabile, Vico Scaricatojo, Fondaco Scannaporci, Fondaco degli Schiavi, Vico Scizzitelli, Vico Sciulia, Vico de’Scopari e de’Scoppettieri, Vico Scolziata, Vico Pulci, Vico Salciccia, Vico Pertuso e Vico Pertusillo, Vico Mandrone, Fondaco Marramarra, Fondaco Lupini, Supportico delle cavajole, Vico Limoncello, il Mandracchio, Vico Lazzi, Fondaco Legno-santo, Supportico Follacchio, Supportico Nasti, Vico e vicoletto delle femminelle, Fondaco e Vico delle Fate, Cupa Cajafa, Vico Cordare alli serpi, Fondaco Celenta, Vico Buongiorno, Vico d’Afflitto… Non sappiamo se alquanto di questi nomi sono stati mutati.

   Ecco quali sono ancora i nomi delle nostre strade e de’nostri vicoli nell’anno 1866, sesto della libertà. Siam sicuri che il nostro Municipio penserà a sostituirvi altri che ci rallegrino l’animo e ci ricordino le nostre glorie, le nostre aspirazioni, o che almeno non ci funestino con le rimembranze di tempi turpi e per osceno dispotismo.

                                                                                                FRANCESCO MASTRIANI