DEI MEDICI E DEI SERVITORI DEI MEDICI

   Molti dicono di capire che cosa è un medico; ma vorrebbero sapere che cosa è un servitore di medico. Io confesso di comprender pochissimo l’uno e l’altro, sicchè non potrei dilucidare questo argomento – Ma, lasciando stare ciò che il medico sia, e ciò che il servitore del medico sia chiamato a rappresentare al cospetto della umanità, a me pare che bisogna pure accordarsi a vivere in pace con questi signori, provvedendo esattamente al modo di lasciare uscire pienamente soddisfatti dalla casa degli infermi tanto il Dottore che l’individuo che egli presenta, chiamato impropriamente servitore, ma realmente suo socio nella filantropica industria.

   In illo tempore, fino a pochi anni dietro, si è creduto che la così detta piastra, cioè lire 5 e centesimi 10, fosse il massimo pagamento per un indovinello qualunque, mezzo in greco e mezzo in volgare, articolato da un medico; e che l’antico tarì (tributo che per una speciale usanza partenopea si soleva domandare dal rimorchiato servitore e pagare dal paziente con un secondo sospiro) bastasse pure a colui per illuminar la sera il primario ed apprestare a cena l’insalata alla intera  famiglia del professore. Ma la faccenda adesso cammina altrimenti. Il Dottore ha nuovi bisogni, il servitore ha altri doveri, e però le pretensioni di ambidue son cresciute in ragione. Insomma, un uomo onesto si è potuto trovar talora obbligato a vendere un dodici o quindici lire di rendita, per non pagare una mezza dozzina di dottori ed una dozzina tra servitori e cocchieri, per la ignoranza dei nuovi pagamenti! Non passa giorno, (ed io vi chiamo a testimonianza o defunti!) che non si dieno casi di malumori e di rifiuti di piastre e di tarì. Il Dottore svolge il cartoccino scendendo la scala dell’infermo, e ve lo rimando pel servitore, il quale col sorriso sulle labbra vi dice: Signore, voi sbagliate, noi prendiamo il doppio! ‒ scusate. 

   Bisogna dunque sapere che il primario, cioè un medico con uno slombato servitore dietro, si è elevato a dieci lire, e con se ha innalzato il servitore a due lire. Ad alcuni è piaciuto fissare la loro visita a carlini trenta, e quella del loro domestico in proporzione. Ed a tal altro è piaciuto andare anche al di là. Padronissimo chiunque di vendere la sua opera quanto crede; ma chi diavolo può saper misurare esattamente a carlini o a lire tante varie capacità di servitori e dottori? Non è possibile ora sapere il quanto prende di ciascun medico e di ciascun servitore di medico.

   In conseguenza di tutto questo, volendo scansare i possibili qui pro quo; desiderando tutelare le tasche degli ammalati e premunirle da qualunque sorpresa; ed intendendo poi ad ogni costo evitare la riproduzione delle antiche scene dei cinque grana è poco, un carlino posalo al loco! io propongo nell’interesse degli ammalati, de’medici e de’servitori, un modo, per quanto semplice, altrettanto leale ed onesto.      

   Questo è un Catalogo generale compilato dal Protomedicato, che allisti ed ordini a categorie i signori Dottori e lor signori servitori e cocchieri, con la determinazione al margine del pagamento che da ciascun di loro si pretende. E spieghiamoci bene. Io non intendo che i prelodati signori sieno tariffati; sebbene i medici ed i servitori, o considerati come persone pubbliche atteso la popolarità ed universalità della loro industria, o come veicoli per un mondo migliore, sieno eminentemente tariffabili; ma che, valutandosi al prezzo che loro piace, lo dichiarino per le stampe in questo Catalogo generale, fatta differenza, già s’intende, fra la visita ed il consulto

   E qui, scostandomi un poco dal soggetto, vorrei definire il così detto consulto a quelli che non hanno una idea chiara di esso. Ma per dirla in breve: Il consulto è il passaporto per l’altro mondo spedito da tre medici almeno ed ordinariamente da cinque riuniti, de’quali alcuno dorme, e da un doppio numero di servitori fuori la sala dell’ammalato. Il medico curante e relatore ha sempre ragione; non si poteva far meglio; solamente il secondo collega aggiunge un granello di citrato. Il terzo approva anche un granello di solfato. Il quarto approva sempre, ma diminuisce il citrato ed aumenta il solfato. E finalmente il professor decano è del parere di tutti  ed aggiunge anche il nitrato. Ed il consulto è finito. Quello de’servitori in sala riesce anche a meraviglia pel trionfo della verità! In effetti, dopo un giorno o due l’ammalato lo dimostra crepando, e felicissima notte! Ciò posto, io da ora vi esorto, o eredi miei ed aventi causa, che nell’ultima mia malattia, giunta l’ora del consulto, chiamate a consulto i soli servitori.

   E tornando al soggetto, e promettendovi di finirla a soddisfazione comune, giova riflettere che un’altra classe di persone esiste, anche dedicata al servizio del pubblico, la quale ha servitori e per lo più fantesche a spese della clientela; il tributo che si dà loro è riconosciuto col vocabolo di caffè – I medici si trovano così aver qualche cosa di comune con la prelodata classe!

   Si faccia dunque il catalogo in questa forma: Dottor Tale con servitore uno = lire 10; e 2 tot: lire 12 – Dottor Talaltro con servitore e cocchiere = lire 15; 3 e 3 tot: lire 21. Dottor tal di tale con servitori due e cocchiere uno = 20, 5 e 5 tot: lire 35!… e così progredendo usque at consimationem.

   Avvertenze generali 1.° I consulti saranno pagati ai medici ed ai servitori e cocchieri in ragione tripla della visita semplice. Ed è giusto di rincarire sul passaporto per un viaggio così lontano. E poi, i viaggi sono delle spese di lusso.

   2.° Nel caso eccentrico di consulto di tali servitori (e questo sarebbe il caso mio) costoro esigeranno una lira di più per regalarla al padrone tornando a casa. Ed è naturale; il padrone attenderebbe a casa acchiappando mosche?

   3.° Rimane piena libertà a ciascun professore di condurre per le case degli ammalati anche la fantesca, il guattero, il portinaio ecc. tassandoli nel catalogo sopra detto – E questo è anche giustissimo, perché io non veggo una ragione di lasciarli a casa. Così gli ammalati, dovendo pure alla fine abbandonare le vanità della terra, potrebbero senza nessun inconveniente somministrare a tutt’i domestici questuanti il danaro per le piccole spese della casa del Dottore, e forse forse, pel canale dei servitori, si potrebbe giungere fino a provvedere a’bisogni  di lusso della Signora-di-casa.

                                                                     A. S.                  

                                                                                             FRANCESCO MASTRIANI