Circola una falsificazione dei biglietti da 20 lire che pel lato artistico della imitazione meriterebbe un elogio.
Invece dell’elogio noi scrivemmo una avvertenza a quanti veggano capitarsi tra mani biglietti da 20 lire a volerli esaminare colla massima attenzione.
Un occhio molto esercitato potrà forse a prima vista riconoscere questi falsi biglietti; ma per la maggioranza non lo crediamo tanto facile.
Quello che abbiamo sott’occhio non presenta a prima vista notevoli caratteri che mettano in sospetto.
Il colore alquanto più sbiadito di quello dei biglietti delle più recenti serie è perfettamente identico al colore dei biglietti delle prime serie.
L’impressione finissima e maestrevole eseguita non presenta che una tinta un po’meno carica di quella dei biglietti veri; ma tal mancanza di coloritura non facilmente avvertibile senza il confronto potrebbe il più d’un caso aversi per accidentate.
Un carattere certo per istabilire la differenza tra i veri biglietti ed i falsi e facilmente conoscersi sta nella carta.
La carta dei biglietti falsi è più cotonosa e meno levigata di quella dei biglietti veri. Dappiù lascia vedere quelle impronte lineari della forma come si riscontrano nelle carte da bollo ed in quasi tutte le carte filo a mano.
La carta del biglietto vero è liscia, cilindrata, senza tracce di linee, lucente e quasi di seta al tatto.
A questo principale carattere differenziale si aggiunge che, guardato contro luce il biglietto falso, presenta la filigrana dicente Banca Nazionale assai meno trasparente che quella dei biglietti veri in cui si vede limpida e lucida; nei falsi appare annebbiata.
Nell’esemplare del biglietto falso che ci serve a determinare questi caratteri della falsificazione, osserviamo anche mancante il puntino sopra l’i della firma Nazari.
Ma il più sicuro mezzo di riconoscere la frode ci pare quella di porre attenzione alla carta sottile, liscia, ben levigata nei biglietti veri; un po’più spessa, striata dalle impronte lineari della forma e cotonosa nei biglietti falsi.
(Gazz. Di Genova).
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STRAMBERIA UNICA
In Vogogna, paese cospicuo della Valle Ossolana, veniva il 29 maggio, nella casa di abitazione del sig. Alber… conosciuto nella qualità di legale, di musico e di astronomo, trovato dagli agenti del Tribunale di Pallanza nel proprio letto il putridume e l’ossame d’un corpo umano reso cadavere sino dal 14 settembre ultimo scorso. Erano questi i resti del cognato dell’Alber… , cui non poté conservare in vita, non ostante le amorosissime cure prodigategli nella mortal tisi da cui era affetto.
Interrogato l’Alber… del motivo che lo persuase a tener celata la morte del cognato e a tenere il cadavere in propria casa, con animo tranquillissimo rispose:
– Aver avuto dalla provvidenza il mandato di custodire quel cadavere, che però per lui non era un morto; d’altronde, non trovare nella legge motto che l’obbligasse a denunziare quella morte.
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UN PRETE FANTASMA
Carlo D. Francesco Adani, cappellano di Villa di Chiavenna e maestro, nello scopo di conservare la superstizione del popolo, si prendeva l’innocente piacere di andare circa un’ora dopo mezzanotte nel cimitero con una fiaccola accesa a passeggiare e recitare l’uffizio. In paese le donnicciole e i credenzoni facevano correre la voce che era il defunto esattore, che, sepolto da parecchi giorni, vi si faceva vedere, per ottenere da quel popolo le divozioni per deliberarlo dal purgatorio. Questa diceria pare che fosse pel primo sparsa dallo stesso prete per dare il colore alla sua stranezza.
Chiamato dal sindaco e dal parroco, uomo eminentemente liberale, e rimproverato aspramente di tale furfanteria, rispose che ciò faceva perché in quell’ora non poteva dormire!!
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UN DUELLO PER UN UOVO
Tre giorni fa, a Venezia, surse forte litigio fra due giovinotti a causa d’un uovo! La storiella è graziosa assai, ma troppo lunga, epperò ci dispensiamo dal narrarla.
Solo questo noteremo che dopo vivo ed animato alterco durato per parecchie ore fra i due lions, si passarono reciprocamente il cartello di sfida, e detto fatto furono d’un subito trovato i primi, ed i secondi ed anco i terzi…
All’albeggiar dell’altra mattina adunque, i nostri duellanti si trovarono sul terreno e incrociate le spade e dato il primo assalto, uno di essi restava pizzicato a guisa di una pulce alla mano destra. Non fu sparsa neppur una goccia di sangue (!) allora a dichiarare ultima la partita è salvo l’onore!!!
FRANCESCO MASTRIANI